Più di mille giovedì

Aprile 18, 2001 in Spettacoli da Claris

17169(1)Splendida iniziativa domani sera al Teatro Giacosa di Ivrea: la Provincia di Torino ed il Comune di Ivrea presentano lo spettacolo “Più di mille giovedì – la storia delle Madres di Plaza de Mayo”, nell’ambito delle manifestazioni legate alla commemorazione del 25 aprile. La rappresentazione è tratta da “Le irregolari” di Massimo Carlotto: una storia al femminile, unica e straordinaria, fatta di amore, dolore e coraggio; un romanzo basato su fatti e personaggi assolutamente veri che ha raccontato per la prima volta in Italia, in modo completo, documentato e rigoroso la metodologia della desaparición, i campi di concentramento clandestini, i bambini trattati come bottino di guerra.

Riduzione scenica di Massimo Carlotto, regia di Renzo Sicco e Lino Spadaro, lo spettacolo si avvale dell’interpretazione di Gisella Bein e delle voci di Claudia Facchini, Monica Fantini, Elisabetta Pogliani, Paola Zecca, Marco Pejrolo e delle musiche di Silvana Di Lorenzo y los Nocturnos, Gabriel Fauré, Alice, Matching Mole.

“Oggi Plaza de Mayo è apparentemente una piazza come un’altra di una grande città. I bambini sommersi dai piccioni, i genitori che scattano fotografie. Se guardi in terra però vedi disegnati i “pañuelos”, i foulards bianchi che sono diventati il simbolo delle “madres”. Senti allora il devastante senso del dolore, senti e capisci come soltanto tramutando quella disperazione in lotta queste donne abbiano potuto ridare un senso alla loro esistenza. Capisci e desideri che la giustizia annulli il peso della sofferenza, desideri che avvenga ma sai che non è accaduto e che difficilmente accadrà. Loro non desistono perché sanno che non deve accadere il silenzio. Non c’è sutura nella dimenticanza. Tornando qui capisco come abbiamo imparato ad ascoltare il dolore, come abbiamo acquisito il dovere del coraggio traendone una enorme lezione” (Renzo Sicco).

Lo spettacolo ritorna sulla questione, mai completamente risolta, dei “desaparecidos”, nell’Argentina dei primi anni ’80, dentro il dolore di famiglie intere spezzate dal dolore, dalle sparizioni e dalle morti senza perché, se non per l’appartenenza al popolo sbagliato nel momento storico sbagliato. Per chi l’anno scorso ha visto al cinema “Garage Olimpo”, la serata teatrale può non essere così impressionante, altrimenti lo shock sarà durissimo, perché appena vent’anni addietro, in un paese considerato civile, si è consumato un dramma enorme, ben superiore alla tanto citata Tien Ammen cinese.

L’esorbitante entità della repressione in Argentina, che pure a suo tempo troppi Stati avevano tacitamente approvato come un male necessario, si è solo parzialmente chiusa con la dichiarazione di morte, non presunta, ma certa, dei sequestrati politici presa dal governo argentino nell’’83.

Il dramma delle madri dei desaparecidos, tra la speranza di ritrovare ancora qualcuno vivo e l’angoscia della morte certa dei loro familiari, si consumava ogni giovedì, all’appuntamento per la protesta silenziosa davanti alla casa Rosada: le madri seguitano imperterrite a marciare, in un girotondo pesante come un incubo per la Giunta militare, con le fotografie dei loro cari appuntate sul petto e con i cartelli che ostinatamente chiedevano giustizia. Chiedevano un giudizio come quello di Norimberga.

La maggior parte dei cadaveri erano finiti buttati in mare a 350 miglia dalla costa, con voli quotidiani di aerei militari da trasporto. Altri, invece, erano morti sotto le torture, o uccisi anch’essi con qualche veleno e poi bruciati negli inceneritori del cimitero principale di Buenos Aires, la Chacarita.

La dichiarazione doveva costituire un punto finale alle querimonie dei parenti e alle manifestazioni delle madri, le “folli madri di Plaza de Mayo”. Poi, sul piano politico si sarebbe potuta sviluppare la manovra per un’intesa in vista delle elezioni tra militari populisti e peronisti disponibili; altrimenti i militari sarebbero stati costretti a fare un altro golpe.

Più di mille giovedì – la storia delle Madres di Plaza de Mayo

Mercoledì 11 aprile 2001, ore 21

Teatro Giacosa – p.zza del Teatro, 1 – Ivrea

Ingresso libero

Informazioni presso “Il Contato del Canavese”: tel. 0125.641.161

di Claris