Ostraca, fogli di pietra

Maggio 23, 2003 in Medley da Sonia Gallesio

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La parola ostracon deriva dal greco e significa conchiglia. Risalenti al Nuovo Regno, in particolare alle dinastie ramessidi XIX e XX, gli ostraca potevano essere scritti o figurati. Di gran lunga meno nobili e costosi del papiro, sostanzialmente consistevano in cocci di ceramica o frammenti di calcare usati come supporti per disegni o testi scritti in corsivo (ieratico, scrittura corsiva dei geroglifici). Potevano servire come supporto per prove o schizzi preparatori per decorazioni, o ancora per composizioni satiriche e disegni fatti per puro svago. Al tempo, l’ostracon non era ritenuto un’opera d’arte. Oggi può essere considerato suppergiù l’equivalente dei quadernetti per la brutta copia, dei nostri blocchi per gli schizzi. Spesso gli ostraca venivano persino cancellati e riadoperati, oppure gettati via. Solitamente, per disegnare si sfruttavano i frammenti di calcare bianco, lo stesso che veniva utilizzato per le pareti tombali adornate. Si trattava di schegge grandi più o meno quanto una mano, la cui superficie veniva appena lisciata.

34772Realizzati perlopiù con il rosso ed il nero, i disegni venivano adattati alla forma del frammento, seguivano la sua cornice naturale. I cocci di vasellame, invece, di norma erano riservati alle iscrizioni ad inchiostro. La maggior parte degli ostraca figurati è stata scoperta sulla riva occidentale di Tebe. Ai piedi delle sue colline, difatti, questi si potevano raccogliere facilmente: privi di valore intrinseco, erano presenti in grande quantità. Sugli ostraca era possibile ritrovare ogni genere di rimando alla vita quotidiana: scene domestiche, ordinazioni di materiali o manufatti, domande all’oracolo, questioni ereditarie, problemi di coppia. Ma potevano anche contenere illustrazioni di racconti, caricature, scene d’intimità (magari legate alla nascita o all’allattamento). Questi straordinari reperti svelano dunque svariate peculiarità degli Antichi Egizi un tempo del tutto sconosciute: le loro inclinazioni e passioni, l’ironia e l’umorismo di cui erano capaci. In tema di ostraca satirici, la maggioranza dei pezzi fino ad oggi rinvenuti raffigura animali intenti ad eseguire attività tipicamente umane, oppure scene i cui protagonisti svolgono gli uni i ruoli degli altri. Ad esempio, i topi serviti e riveriti dai gatti sono effigiati in un sorprendente numero di rappresentazioni.

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di Sonia Gallesio