OSN: Requiem

Aprile 12, 2006 in Spettacoli da Stefano Mola

L’EVENTO

MozartDue date: la vicinanza della Pasqua e 250 anni dalla nascita di uno dei massimi geni della musica, Wolfgang Amadeus Mozart. Dalla reazione chimica di questi due elementi, ecco nascere il programma del diciottesimo appuntamento per la ricca stagione dell’orchestra sinfonica nazionale della RAI. Del maestro salisburghese verranno infatti eseguiti i Vesperae solemnes de confessore KV 339, per soli, coro e orchestra e il Requiem KV 626, sempre per soli, coro e orchestra.

Il consueto doppio appuntamento è per giovedì 13 alle 20.30 e venerdì 14 alle 21.00, all’Auditorium RAI.

Questo appuntamento è il primo dei cinque che l’OSN dedicherà alla celebrazione dei 250 anni dalla nascita di Mozart. Sul podio di Piazza Fratelli Rossaro, reduce dal successo a Milano con la Lucia di Lammermoor, salirà Roberto Abbado. Gli interpreti vocali sono di assoluto rilievo, a cominciare dalla mezzosoprano Sara Mingardo, che abbiamo già avuto modo di ammirare quest’anno nella splendida esecuzione della Seconda di Mahler, concerto che ha segnato il grande ritorno dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI nella sua casa, l’Auditorium. La soprano sarà invece Annette Dasch, voce emergente, berlinese, premio Juventus, quest’anno debutterà al prestigioso festival di Salisburgo nel ruolo di Aminta per il Re Pastore. Alla voce: tenore, troveremo invece Anthony Dean Griffey, statunitense della North Carolina, grande debutto nel 2005 alla Santa Fé Opera come Peter Grimes, nell’omonima opera di Britten. Completa il quartetto di solisti il basso polacco Daniel Borowski, vincitore del John Christie Award al Festival di Glyndebourne nel 1998 e nominato artista debuttante dell’anno per la stagione del 2001 alla New York City Opera. Il coro è quello del Teatro Regio di Torino, diretto dal Maestro Claudio Marino Moretti.

DUE PAROLE SUL PROGRAMMA

I Vesperae Solemnes de Confessore, furono scritti in onore di S. Girolamo, protettore della città di Salisburgo e soprattutto dell’arcivescovo mecenate, ovvero, Hieronymus Colloredo. Si tratta di cinque salmi, seguiti da un conclusivo Magnificat. Interessante è l’intreccio tra le melodie gregoriane e la solenne armonia mozartiana. Per un commento generale alla musica sacra di Mozart (talora tacciata di eccessiva teatralità, cosa che accadde del resto a molti altri compositori) vi rimandiamo a una interessante analisi di Quirino Principe, di cui ci limitiamo, icasticamente, a riportare una sola frase: sacra è ogni musica che sia bella, anche se il suo eventuale testo e comunque il suo referente sia laico, secolarizzato (cahpeau, e discorso chiuso).

Si può ancora dire qualcosa, invece, sul Requiem? Già il fatto stesso che un’opera simile sia stata composta a così breve distanza dalla scomparsa del compositore, non può non far sorgere domande e suggestioni. Se aggiugiamo poi la committenza oscura, la versione romanzata che ne dà il film Amadeus… non è facile restare ai soli aspetti musicali, peraltro anche questi assai discussi, visto che l’opera è stata completata in parte da altri. Eppure, la traccia del genio, la drammaticità sospesa tra la condizione individuale inserita in una tragedia superiore, il senso della morte, della disperazione da cui a tratti filtra la speranza, la desolata malinconia del Lacrimosa, con quei lamenti di archi iniziali che fanno pensare a una solitudine di fronte a un deserto, o a un mare sotto un cielo basso e grigio… ecco, il suo ascolto è un’esperienza umana che vale sempre fare.

di Stefano Mola