O Verlaine!
Dicembre 19, 2008 in Libri da Stefano Mola
Titolo: | O Verlaine! |
Autore: | Jean Teulé |
Casa editrice: | Nutrimenti |
Prezzo: | € 17,00 |
Pagine: | 304 |
Era da tempo che volevo scrivere qualcosa su Verlaine, ma non sapevo da dove partire. È quanto ci dice, nel risvolto di copertina, Jean Teulé, l’autore di questo originale romanzo meritoriamente portato in Italia da Nutrimenti, nella bella traduzione di Alice Volpi.
Nelle sue ricerche si imbatte così nella storia di un ragazzo che a quindici anni parte a piedi da Beziers per raggiungere Parigi (per la cronaca, sono circa 800 km) solo per incontra il poeta Paul Verlaine, suo idolo. Il primo incontro potrebbe scoraggiare chiunque: lo trova sporco e malato, in una camera maleodorante d’un infimo bordello della Rue Descartes.
Eppure, la fede di Henri-Albert nel poeta è totale, così come sarà la sua dedizione nello stargli vicino in quello che sarà l’ultimo inverno nella vita del poeta. Conosceremo così gli altri fidi amici di Verlaine: il disegnatore Frédéric-Auguste Cazals, lo studente di legge Léon Dechamps, il mendicante Bibì la Miseria. Le donne che lo sfrutteranno: soprattutto la gretta Eugénie detta Ninì la pecora, e la bella giovane prostituta Esther. E poi l’editore delle sue poesie, Vanier. Il critico opportunista Coppée, il decadente Thaillade insieme alla sua amante La Notte, uno dei personaggi più affascinanti del libro.
Ripercorriamo gli eccessi del poeta, alcoolici e sessuali, ma anche i suoi improvvisi e travolgenti stupori. Toccheremo con mano il contrasto stridente tra la delicatezza commovente d’alcuni suoi versi e un’esistenza talora al limite del sordido. E insieme, la dedizione e l’affezione che seppe suscitare in tantissimi giovani.
Non c’è in Teulé alcun risparmio di dettagli. Non nel senso di cercare l’effetto insistendo sui particolari scabrosi, non c’è a mio modo di vedere nessuna voglia di scandalizzare o di scegliere soluzioni narrative facili. Semplicemente, ci restituisce Verlaine in tutti i suoi aspetti, senza fare agiografia.
E Teulé fa tutto questo con un linguaggio che è insieme delicato e potente, caratterizzato da una rara efficacia evocativa. Tra le altre cose, ci viene regalata la Parigi di fine ottocento in tutti i suoi colori, odori, umori, rumori. I capitoli, per lo più brevi, sono spesso piccoli quadri. O vignette, essendo Teulé nato come fumettista. Non è forse sbagliato parlare d’una scrittura che, davvero, fa vedere.
Una nota di merito infine per la casa editrice. Nell’ultima pagina del libro sono citati i nomi dei caratteri utilizzati sia per il libro, sia per la copertina, nonché il tipo di carta e cartoncino. Per uno come me che ama i libri anche come oggetti (anzi, in primo luogo, ché spesso l’innamoramento nasce da fuggevoli occhiate scambiate con le copertine) un segno di attenzione non banale.
di Stefano Mola