Nuvole nere in casa Juve

Maggio 7, 2006 in Sport da Roberto Grossi

L’ad juventino ha interrotto il silenzio stampa per respingere le accuse relative alle intercettazioni telefoniche

Giraudo contrattacca:

Violati i nostri diritti, è un processo mediatico. Siamo stati informati dai giornali invece che dagli organi istituzionali

TORINO – La Juve interrompe momentaneamente il silenzio-stampa iniziato dopo l’eliminazione dalla Champions League per rispondere alla bufera mediatica scaturita dalla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Torino riguardanti Luciano Moggi, Pierluigi Pairetto e Antonio Giraudo. Ed è proprio l’ad bianconero ad uscire allo scoperto e ‘mettere la faccia’ contro le grida furenti dell’Italia anti-juventina che sembrano riecheggiare anche nel ventre dello stadio delle Alpi, luogo scelto per la conferenza stampa per fronteggiare la folta platea di giornalisti presenti.

Un Giraudo per nulla intimidito che espone deciso le sue verità. Se la miglior difesa è l’attacco, il dirigente di corso Ferraris dimostra di aver imparato bene la tattica. Violazione dei diritti del cittadino (“Juve informata solo a mezzo stampa dell’indagine”), nessuna ipotesi di dimissioni della Triade (“Siamo uniti come nel processo-doping, queste vicende ci compattano ancora di più”), no al complotto anche se le tempistiche del nuovo presunto scandalo appaiono sospette (“Prendo atto che tutto avviene a due giornate dalla fine del campionato”), un ulteriore processo mediatico definito dal dirigente “senza precedenti” nel mondo del calcio.

L’arringa difensiva riguarda più la forma che la sostanza delle accuse ma sovente, in un sistema calcistico in cui le regole sono un optional, i due sostantivi sono paritetici: “Abbiamo appreso solo dai mezzi d’informazione – dichiara rabbioso Giraudo – di questa indagine che andava avanti da mesi: una incredibile violazione dei diritti fondamentali dei cittadini. Ho letto che il nostro silenzio era figlio della paura: la realtà è che solo ora abbiamo ricevuto copia delle intercettazioni. Ricordatevi che per sette anni siamo stati insultati per un processo in cui la sentenza ha poi disintegrato le infamanti accuse: forse in Italia interessano più le chiacchiere che i fatti”.

Poi la sostanza, la rilevanza penale e sportiva delle accuse: “La Procura di Torino ha archiviato tutto motivando in maniera molto chiara: nessuna irregolarità, neppure uno straccio di notizia che consenta di continuare l’indagine, definita inutile. Per quanto riguarda l’inchiesta sportiva sono fiducioso ma ne parlerò solo alla sua conclusione”. Le frasi imbarazzanti rivelate dai tabulati spiegate così: “Il linguaggio degli addetti ai lavori nel calcio è da bar sport, da stadio. E le intercettazioni emerse riguardano un quadro parziale e distorto, non onesto intellettualmente. Io parlo in faccia alle persone ed ho sempre detto che Lippi avrebbe avuto molte difficoltà in Nazionale. Gli azzurri sono paragonabili ad un grande club in cui, all’epoca, esisteva molta disorganizzazione. Poi sono state date al ct tante figure professionali di cui aveva bisogno”.

Non manca un’interessante analisi sui motivi che spingerebbero sempre la società torinese nell’occhio del ciclone: “Ci manca il carisma di Umberto e Gianni Agnelli che per 50 anni hanno gestito la Juve. Ora non ci sono più e qualcuno cerca di approfittarne, come ha fatto per 7 anni sul doping”. Una dichiarazione che apre scenari inquietanti.

di Roberto Grossi