Neropioggia

Settembre 1, 2003 in Libri da Tiziana Fissore

Flavio Soriga “Neropioggia” GARZANTI, pp. 182, Euro 11,00

35272(1)E’ una scrittura dura e forse amara quella di Flavio Soriga, nato a Uta, in provincia di Cagliari nel 1975, vincitore del Premio Calvino nel 2000 con la raccolta di racconti dal titolo “Diavoli di Nuraiò” ed è nuovamente a Nuraiò che Soriga ambienta il suo romanzo “Neropioggia “, in questo paese immaginario che rappresenta una realtà dove si vive e si muore di noia, dove tutto è nero ed oscuro: nera la pioggia, il marciapiede, l’asfalto, i ricordi, l’anima dell’assassino. Ed è in questo clima che ricorda nella natura, anche quella umana, lo stile della Deledda che viene ambientato un giallo che non è soltanto il racconto di un omicidio ma un’accurata analisi dell’animo umano che si mescola ai problemi odierni tipo: discariche, crollo di valori umani e droga. Un’analisi che non risparmia nessuno nella sua ricerca antropologica, dal maresciallo Crissanti che non si sente uno Sherlock Holmes o un Maigret e che ha lasciato gli studi a un passo dalla laurea all’ex marito della vittima, la professoressa bella e libera, dai capelli rossi, circondata da amanti e che porta il nome di Marta Deiani, al pretino pieno di dubbi Alberto, a Nicola Rau.

Ed ecco che i personaggi diventano l’arma in mano allo scrittore per descrivere ricatti, corruzione, spaccio, divengono attori di un teatro che è il paese stesso, un luogo apparentemente assonnato ma fonte di storie piene di grandi e piccole colpe, piccoli e grandi amori, piccole e grandi miserie che si muovono su uno scenario dove la pioggia che cade fitta si mescola e non riesce a cancellare altre parole, ripetute come in un coro greco: Ferro, Vetro, Sangue. Il paese di Nuraiò si rivela non poi tanto immaginario, con i suoi vizi nascosti che portano all’assassinio di una donna, troppa amata e troppo disinvolta. Non è vero dunque che a Nuraiò non succeda mai niente.

Soriga rivela dunque una grande capacità di creare personaggi e condizioni umane vere, anche la lingua adottata è un misto di italiano normale con italiano locale e particolarità sarde, una scrittura molto ‘parlata’ e senza troppa punteggiatura, forse per dare maggiore enfasi ed un ritmo diverso, più energico. “Neropioggia” è un giallo, un noir, un thriller ma anche una storia un po’ alla Deledda, anche se ambientata in tempi più recenti con persone che fisicamente sono molto diverse da quelle descritte dalla Deledda stessa, ma con gli stessi problemi esistenziali. In questo libro dunque, Soriga non ha voluto solo raccontare un giallo ma anche e soprattutto la voglia di evadere, l’insoddisfazione, il disagio umano, il difficile mestiere di vivere attendendo la morte che arriva puntuale con l’oscurità, magari in una notte con la pioggia violenta, sferzante di colore nero.

Una prosa che affascina il lettore sin dall’inizio e che porta Soriga ad un passo avanti nella letteratura italiana.

di Tiziana Fissore