Nel nido di G. Pascoli

Agosto 9, 2005 in il Traspiratore da Redazione

54_pag_03Colli, colli e ancora colli… bellissimi prati verdi, odore di ogni campagna, casolari bianchi, uomini chini a raccogliere i frutti della terra… è la “Romagna solatìa”. Bello è riscoprire San Mauro di Romagna, un po’ nell’entroterra romagnolo. Solo una striscia d’asfalto fende questi campi d’oro, solo l’odore di salsedine che affievolisce corona l’odore di erba falciata.

Qui, nella terra del Poeta, di Giovanni Pascoli, tutto sembra essersi fermato: si rianimano quei versi che assonnati cantilenavamo a scuola, stretti nei banchi, nelle scuole di città, a finestre chiuse. Li vedo sotto i miei occhi e posso toccarne il loro tepore: «al campo, dove roggio nel filare qualche pampano brilla … arano», «trema uno stelo sotto una farfalla». Dal campo al filo d’erba, tutto brilla limpido di luce propria nell’eden pascoliano. Oggi è un giorno come ieri «di pace e lavoro, che l’uomo mieteva il suo grano», in cui solo le rondini insegnano all’uomo «tante cose: l’amore della famiglia e del nidietto». «Odoravano i fior di vitalba per via, le ginestre nel greto», manca solo «il buon odore di pane che si esala da quel brusio di mille chicchi d’oro» ed il miracolo quotidiano è compiuto, il quadro è quasi completo: siamo giunti alla sua casa. La finestrella della cucina al pian terreno (già mi sembra di sentirne uscire gli odori e le voci dei fratelli) è aperta e posso vedere il cuore del nido.

Il giardino è tutto profumato: è la cedrina, la pianta preferita del poeta, che egli curava, insieme alle rose selvatiche, con le sue stesse mani. «Quello era l’odore di casa mia. Non si entrava in casa senza sentirlo e non si usciva». Mi raccontano che il poeta desiderava che tutti strofinassero con due dita le sue foglie prima di entrare in casa. Di dolci riti è fatta la nostra vita, ma quale più dolce di questo? Il profumo di cedrina assomiglia a quello del limone e a quello dello zucchero filato insieme. Se chiudo gli occhi mi riscopro bambina con ancora in bocca il sapore del ghiacciolo al cedro dei pomeriggi estivi, aspettando il mare.

«M’era la casa avanti tacita al vespro puro tutta fiorita al muro di rose rampicanti»: ed ora anch’io sono qui davanti a questa casa erma e tranquilla; penso allo schiudersi fragrante del gelsomino notturno, penso alle rondini che tornano al nido con il becco ricolmo della cena per i rondinini e al “pianto di stelle” a San Lorenzo. Lascio da parte ogni pregiudizio psicanalitico per penetrare in quel profondo sentimento poetico, l’unico che «fa pago il pastore della sua capanna», per capire cos’è veramente il “fanciullino”: un uomo che abbraccia la terra, fortemente radicato in essa, seppure i suoi pensieri si librino verso l’alto.

Ora, una sola candela alla cedrina qui accanto a me sulla scrivania; trema e profuma. Ancorata alla terra e protesa verso l’alto.

Casa Pascoli

via G. Pascoli, 46 – San Mauro Pascoli (Fo)

orario: 9.30-12-30, 15.00-18.30 (Lu chiuso)

informazioni: tel. 0541.810.100

[email protected] – www.casapascoli.it

Il Traspiratore – Numero 54

di C. Inglese