MUDDY WATERS: La nascita del Chicago Blues

Aprile 4, 2013 in Medley, Musica, Punti di Vista, Racconti da Meno Pelnaso

Un giorno, il vento caldo e umido del Delta ha cominciato a sbuffare tra le gelide strade del nord.

Ha contribuito a far nascere la leggenda di “windy city” soffiando tra gli angoli degli incroci, in mezzo ai grattaceli, insinuandosi tra le strade e la metropolitana sopraelevata.

Non era un semplice vento.

Era un tornado vero e proprio e si chiamava “Blues”.

Il genere Blues è probabilmente nato, in una data remota, tra i canti malinconici degli schiavi americani della tristemente famosa cotton belt. Dopo il 1865, anno della fine della guerra di secessione americana e dell’abolizione della schiavitù, il Blues si distribuì tra i vari stati americani, seguendo le migrazioni della gente di colore che si spostava dalle rive del Mississippi verso le grandi aree industriali del nord.

Nella cittadina di Rolling Fork, Mississippi, il 4 aprile 1913, proprio 100 anni fa, nasceva McKinley Morganfield, colui che viene considerato il “padre del Blues di Chicago”.

L’appellativo con cui diventerà famoso, “Muddy Waters” ovvero acque fangose, sembra gliel’abbia appiccicato la nonna perché il piccolo Morganfield aveva la pessima abitudine di giocare e rotolarsi nel fango.

Figuriamoci come doveva essere contenta la nonna quando il nipotino tornava a casa …

Si dice che Muddy Waters abbia imparato a suonare la chitarra dopo aver trovato uno strumento abbandonato in un campo di cotone.

Un giorno poi decise di andare a cercare fortuna a Chicago facendo diversi lavori durante il giorno e andando a suonare la sera nei club e nei bar.

Muddy Waters non ha solo suonato il Blues, l’ha fatto urlare.

È stato uno dei pionieri del Blues elettrico, un visionario che ha capito che il Blues, per essere davvero sentito, doveva alzare il volume.

Entrò nella scuderia dei fratelli Leonard e Phil Chess, che nel 1950 rilevarono l’etichetta per cui suonava Muddy e le cambiarono il nome nella leggendaria Chess Records.

Con la sua slide guitar fece scuola e raccontò storie di amore e di perdita, portando il pubblico nel cuore dell’anima tormentata del Blues.

La discografia di Muddy Waters è come una collezione di perle Blues. Ogni album, ogni singolo, è un capitolo nella storia del Blues.

Da “Rollin’ Stone” a “Mannish Boy”, la sua voce roca e la sua chitarra incisiva hanno creato una colonna sonora per chi ama il Blues senza fronzoli.

Con il bassista/cantautore Willie Dixon, portò al successo classici che ancora oggi rappresentano l’anima Blues, ricordo solo ad esempio “Hoochie Coochie Man”, che fa parte del bagaglio culturale di numerosissimi e famosissimi musicisti.

Muddy ha mescolato il Blues con un pizzico di stile di Chicago, dipingendo, con la sua slide guitar, una tela sonora che ancora oggi resiste al trascorrere del tempo.

Muddy Waters era noto per improvvisare sulle liriche delle sue canzoni durante le esibizioni dal vivo. Si racconta che una volta, durante un concerto, ha iniziato a parlare del suo pranzo e ha trasformato la canzone in un racconto gastronomico Blues.

Quando gli chiesero qual era la sua ricetta segreta per il Blues, Muddy Waters rispose: “Prendete una tazza di tristezza, un cucchiaio di dolore, mescolate con un po’ di rabbia e lasciate cucinare a fuoco lento”.

Muddy Waters è stato il chierico errante, il cantastorie che ha portato il Blues dalla sua casa nel Delta fino alle strade illuminate della grande Chicago.

Il 29 aprile 1983, McKinley Morganfield andò a dormire e non si svegliò né il giorno dopo né quelli successivi, ma in realtà Muddy Waters non si è mai fermato …

… ha iniziato all’inizio del ventesimo secolo, …

… sta ancora suonando adesso e …

…continuerà a farlo per ancora molti secoli!

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Affettuosamente Vostro

Meno Pelnaso

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