Miseria e nobiltà

Marzo 24, 2004 in Spettacoli da Stefania Martini

miseria e nobiltàCarlo Giuffrè, da anni paladino della drammaturgia napoletana, ripropone sul palcoscenico il nuovo adattamento del capolavoro di Eduardo Scarpetta, reso celeberrimo dal film del 1954 con la regia di Mario Mattòli interpretato da uno straordinario Totò e da Sophia Loren.

Felice Sciosciammocca, il personaggio creato da Scarpetta è il protagonista di una vicenda che tende ad evidenziare il momento di crisi della società napoletana dopo l’unità d’Italia: il popolo si trova spiazzato e privato dei lavori tradizionali (lo scrivano Felice è disoccupato per il diffondersi dell’alfabetizzazione, il salassatore Pasquale viene soppiantato dalle nuove terapie mediche), gli arricchiti ignoranti ostentano la loro ricchezza in competizione con i nobili ritratti nelle loro manie e tesi a difendere il loro blasone.

Sul palcoscenico, ad enfatizzare questi contrasti contribuiscono la scenografia di Aldo Terlizzi, che riproduce bene la squallida e vuota abitazione dei due compari, cui si contrappone la villa con giardino che ostenta sfarzosa ricchezza; ed i costumi, poverissimi e stracciati gli uni, elaborati e eccessivamente appariscenti gli altri.

Felice e l’amico Pasquale vivono di espedienti e vengono scritturati dal marchesino Eugenio Favetti per interpretare i suoi nobili parenti da presentare al cuoco arricchito Gaetano Semmolone, detto Fritto Misto. Quest’ultimo è il padre della bella ballerina corteggiata da Eugenio e che egli vorrebbe sposare.

La messinscena deve consentire al marchese di strappare il consenso alle nozze.

Nel suo testo, Scarpetta fonde elementi della pochade francese e della farsa napoletana creando una girandola di equivoci da cui scaturisce il lieto fine.

L’impronta della regia di Giuffrè tende a far risaltare gli aspetti tragicomici della commedia, tesi a suscitare emozioni e non solo risate nel pubblico, mettendo in luce aspetti particolari e grotteschi dei vari personaggi: il trucco di Felice e Pasquale, camuffati da nobili con vistose parrucche e la biacca dei clown sul viso, vuole sottolineare la finzione cui si stanno prestando; Gaetano cerca di esprimersi in maniera forbita, come converrebbe alla sua nuova posizione sociale, ma diverte con strafalcioni sottolineati volutamente.

Miseria e Nobiltà

Dal 23 al 27 Marzo, ore 20.45

Domenica 28 Marzo, ore 15.30

Teatro Alfieri, Piazza Solferino 2 – Torino

Informazioni: tel. 011/5623800

di Stefania Martini