Matrimonio al convento
Marzo 14, 2004 in Spettacoli da Stefano Mola
Con ancora nella testa, negli occhi e nel cuore il bellissimo allestimento de Nozze di Figaro, ecco un’altra commedia per la stagione 2003 – 2004 del teatro lirico torinese: Matrimonio al convento del compositore russo Sergej Prokof’ev.
Fu la giovane moglie, Mira Mendel’son, dopo averla conosciuta in traduzione, a raccontare al marito questa trama amorosa ricca di equivoci, pienamente inserita in quel filone settecentesco di cui è emblema Beaumarchais (ecco un altro elemento di contatto con le Nozze di Figaro). Il testo è The Duenna, del commediografo Richard Sheridan: una doppia coppia di innamorati, un padre che si oppone al matrimonio d’amore desiderandone ovviamente uno d’affari, un anziano e avido pretendente, una nutrice deus ex machina che risolve tutto in bene, riuscendo per soprammercato anche ad accasarsi. Sotto le forche caudine della burla, giustamente e ovviamente, cammineranno i due vecchi, genitore e pretendente (come sempre, potete trovare un sunto meno succinto nelle pagine virtuali del bel sito del Regio)
La produzione teatrale del compositore russo fu, come accadde anche a Shostakovic, tormentata dalla cappa del realismo socialista. Delle sue sette opere, tre rimasero ineseguite durante la vita dell’autore; altre due non andarono oltre al primo ciclo di recite. Solo L’amore delle tre melarance e, appunto, Matrimonio al convento, riuscirono ad affermarsi. Non a caso, si tratta di commedie, un terreno apparentemente meno attaccabile dalla censura, anche se Prokof’ev dichiarò: Sognavo di comporre delle opere con delle marce, delle tempeste, delle scene terrificanti, e invece mi volevano insegnare delle regole. Marce, tempeste, scene terrificanti non potevano non essere contigue alla rappresentazione di un potere repressivo quale quello sovietico. Ma anche Matrimonio al convento fu accusato di formalismo e la sua rappresentazione fu sospesa fino al 1959. Del resto, nella pittura grottesca dei monaci del convento, è difficile non scorgere un ritratto impietoso dei funzionari della burocrazia del regime.
Al di là di queste vicende, resta una partitura in cui la commedia è argutamente tratteggiata. Accanto al declamato melodico tipico della tradizione russa, si aprono piccole oasi di canto, giustificate già dalla presenza di ariette nel testo di Sheridan, e animate in gran parte dagli sfoghi lirici degli innamorati.
Al Regio, l’opera sarà rappresentata in russo con sopratitoli in italiano, in modo da poter cogliere tutte le sfumature che può avere un testo originale appoggiato alla musica. Sul podio Gianandrea Noseda, specialista del repertorio russo, primo straniero a ricoprire la carica di Direttore Ospite Principale del Teatro Mariinskij. Maestro del Coro è Claudio Marino Moretti. La regia dell’allestimento realizzato dal Teatro Mariinskij è di Vladislav Pazy.
Sei recite dal 17 Marzo al 28 Marzo 2004.
Per informazioni, prenotazioni e acquisto biglietti:
Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215
Tel. 011.8815.241/242/270
www.teatroregio.torino.it
di Stefano Mola