Mario Surbone in mostra alla Bolaffi

Marzo 18, 2007 in Arte da Cinzia Modena

Mario Surbone_IncontroLa Sala Bolaffi di Torino ospita fino al 25 marzo una mostra antologica del pittore Mario Surbone. L’esposizione è stata curata da Francesco De Bartolomeis il quale con queste parole fornisce una guida all’osservazione:

“Le grandi composizioni ci chiedono di cambiare punti di osservarzione per assecondare il loro movimento e di avvicinarci per non lasciarci sfuggire particolari che, anche se discreti, sono fondamentali per l’identità dell’opera. Da vicino, con attenta osservazione, nel nero vediamo affiorare il verde o l’ocra o rialzi di azzurro; il bianco diventa leggero, si muove, conserva qualcosa del rosso sottostante, le linee con forti incisioni esplorano possibilità di uscita dalla bidimensionalità.”

La mostra presenta, attraverso una selezione di circa 80 opere, lo sviluppo della ricerca dell’artista dal 1950 a oggi. Racconta la storia di un artista che manifesta la sua originalità fin dalle prime prove e che arriva nella maturità a sviluppi di grande valore.

Il suo lavoro si articola in tre periodi:

  • dal 1950 al 1967

  • dal 1967 al 1976

  • dal 1979 al 2006

    inciso_mario surboneAl primo piano della sala Bolaffi ci si tuffa immediatamente nelle ultime opere del pittore, intrise di colore e geometrie. Il colore esce dalle geometrie. Le geometrie rivelano ribellioni. Le tinte accese dialogano con la superficie ed i segni sulla tela. Un esempio icona di questa produzione è l’opera “Incontro” in cui due mani, rosse, si incontrano.

    Al piano inferiore sono raccolte le opere dei due periodi precedenti. Se nel primo c’era commistione di geometrie e pittura, nel secondo si incontra un’arte che mira a dialogare con la superficie tagliata della tela giocando sulla percezione di nuove forme che si viene a generare. La base tagliata rimane piana oppure in rielievo e le ombre che si creano, tono su tono, bianco su nero, portano ad una riflessione.

    Dal catalogo:

    Diagonali, verticali, forme gometriche regolari trovano continuità quando cambiano supporti e mezzi e nascono gli acrilici su legno di grandi dimensioni, quasi sempre costituiti da più elementi.

    inciso_ mario surboneLa necessità di fermarsi a lungo di fronte a opere anche in apparenza semplici è più accentuata nel caso di opere che valide singolarmente, si prestano ad essere collegate per sviluppare un tema. Nel ciclio “Inciso” il motivo fondamentale è la coesistenza dell’orizzonte e della verticalità come spazio di vita complicato e pieno di incognite. L’orizzonte non è necessariamente una linea. Può essere il punto di incontro di due forme.

    In Surbone è molto importante il ruolo svolto dal titolo, al quale ha semmpre dedicato grande cura. Nella maggior parte dei casi si vedono riferimenti alla natura, specie nel terzo periodo. Il curatore della mostra, De Bartolomeis, ci descrive come sia ricorrente l’immagine di una foglia, simbolo del rinascere che desta meraviglia.

    Nelle ultime opere la terra nel simbolo del quadrato è la natura noi e gli altri. In “Terra” dal quadrato emerge un grande grande cuore dal congiungersi di due ellissi. Accadimenti indecifrabili i molti triangoli che convergono, come a trafiggerlo, su un centro, una foglia che è simbolo sommesso di tutta la natura.

    come robot_mario surboneMario Surbone è nato nel 1932 a Treville Monferrato (Alessandria) ed ha compiuto gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia Albertina di Torino, dove è allievo di Felice Casorati. Il giovane allievo dimostra molto presto di muoversi su una sua strada e già nel 1957 è a Parigi, dove torna fra il 1960 e il 1961. Il suo esordio pubblico è del 1958 alla Mostra nazionale di arte giovanile di Roma.

    Nell’arte di Surbone non c’è casoratismo, così come non si può parlare per lui di informale: semmai la sua produzione è caratterizzata, fin dall’inizio e per tutta la sua storia, da rigore formale e dalla ricerca di configurazioni geometriche che si fondono con fatti di natura.

    Dopo avere rinnovato la figurazione, intrecciandola con forme geometriche, affronta l’avventura degli Incisi (1968-78), tagli regolari sul supporto quasi sempre di cartone nei quali l’artista sperimenta l’alternativa alla pittura con l’invenzione compositiva e con il colore a cui contribuisce la lieve tridimensionalità che varia a seconda dell’incidenza della luce. Negli Acrilici su legno (dal 1978) sono ancora presenti le configurazioni geometriche ma si combinano con la simbologia di elementi naturali: foglia, spina, mano, occhio, bocca non sono frammenti ma hanno completezza e realtà. Dal 1987 in poi l’artista si avvale, per la realizzazione degli Acrilici di grandi “sinopie”, grandi disegni progettuali delle stesse dimensioni dell’opera finale.

    MARIO SURBONE

    spazi natura eventi nelle ipotesi dell’arte


    fino al 25 marzo

    Sala Bolaffi

    via Cavour 17

    Torino

    dalle 10 alle 19 da martedì a domenca

    lunedì chiuso

    ingresso libero

    di Cinzia Modena