Lo sguardo dell’ombra

Ottobre 20, 2008 in Libri da Stefano Mola

Titolo: Lo sguardo dell’ombra
Autore: Chicca Gagliardo
Casa editrice: Ponte alle Grazie
Prezzo: € 14,00
Pagine: 216

Lo sguardo dellQuanti sono i nostri sensi? Cinque? Chiccha Gagliardo, in questo suo primo romanzo, ne conta otto. A quelli canonici, ne aggiunge tre, forse i più importanti per orientarsi in questa nostra vita spesso disorientata e decolorata. Il senso del dolore, quello del tempo e l’ultimo, quello probabilmente più atrofizzato: il senso della meraviglia.

E cosa pensate di sapere delle ombre? Un puro fattore geometrico, tracce che la luce disegna impigliandosi nei nostri corpi? Molto di più, invece. Le ombre hanno una vita altrettanto intensa della nostra. Non si limitano a vivere al guinzaglio, come ci verrebbe da dire nella nostra presunta superiorità. Possono anche staccarsi da noi. Le ombre hanno fame, e mangiano colori. Le ombre si trovano e si raccontano parlano tutte le insieme le vite delle persone che hanno seguito. Le ombre soffrono, le ombre amano.

Eppure, questo è tutt’altro che un romanzo fantastico, o una favola. Chicca Gagliardo sceglie un punto di vista particolare, quello di un ombra, per raccontare una donna e il suo amore, emblematico di molte nostre incompiute situazioni sentimentali. E lo fa con estrema coerenza, costruendo un mondo, un sentire.

La nostra ombra si chiama Iside. Si è staccata da un corpo e vaga per Milano finché non incontra una donna, Agnese. Attirata dal suo profumo di riccio di castagna chiuso, decide di seguirla. Conosceremo così il suo luogo di lavoro, e Arturo, caratterizzato da quel fascino che ti fa venire voglia di starci dentro. Arturo che è una porta socchiusa, che le dice: “ci sono cose meravigliose qui dietro, che farò guardare soltanto a te. Lasciati prendere e aprimi”.

Arturo che è innamorato solo di sé stesso e che la tradisce compulsivamente. Grazie all’ombra, e allo straordinario, sciamanico personaggio di Ortensia, Agnese saprà ritrovare alla fine sé stessa.

È strano, come a volte non riusciamo/vogliamo uscire da situazioni che ci atrofizzano: Il vuoto non fa che riempirci, è molto comodo, perché ci puoi ficcare dentro quello che vuoi. Tu nella tua passione vuota avevi messo il fantasma dei primi giorni d’amore, l’immagine ideale di te stessa e quella di un’infanzia perduta, il tutto ben mescolato e tenuto insieme da un tempo senza sostanza. […] Il fatto è che il tempo senza sostanza è un adesivo micidiale: incolla e ricopre qualsiasi cosa.

La scrittura di Chicca Gagliardo, che ha esordito con la raccolta di racconti Nell’aldilà dei pesci (sempre per Ponte alle Grazie), è una piacevole originale sorpresa. Ha la capacità di staccarsi da un panorama dove i libri in grado di risvegliare il nostro ottavo senso, quello della meraviglia, sono pochi. La attendiamo con curiosità alle sue prossime prove.

di Stefano Mola