Lettera a due amiche sui dolori dello spirito
Aprile 19, 2004 in Racconti da Redazione
Carissime,
negli ultimi tempi sempre più spesso sento persone lamentarsi di quanto siano dolorose le pene inferte dalle avverse vicende sentimentali, e chiedersi se sia ancora il caso di farsene coinvolgere, considerando il prezzo che il nostro cuore vi paga.
In effetti nella nostra vita affettiva capita spesso che il mondo che ci eravamo costruiti sembri svanire, sbriciolarsi: è come se la solida fortezza che pensavamo di avere edificato attorno a noi si fosse rivelata improvvisamente un castello di carte che un’occasionale corrente d’aria può far crollare da un momento all’altro. Accade così che, quanto più ci eravamo sentiti felici, quanti più progetti avevamo fatto, quanti più bei ricordi associavamo alla persona amata, quanti più battiti del nostro cuore gli avevamo dedicato, tanto più grande è il dolore che lacera i nostri giorni quando quella persona ci lascia, tanto più forte è il senso di sfiducia nella possibilità di trovare una passione che non si bruci come un fiammifero, un amore che non scompaia come un sogno al risveglio. E allora si rinuncia, molto più spesso per istintiva autodifesa che per scelta ragionata, a guardarci ancora intorno in cerca di qualcuno da amare e ci si rassegna alla solitudine, alla quale non siamo per natura portati e che dobbiamo quindi annacquare, per poterla trangugiare, magari con una vita sociale intensa, magari con impegni ripetuti e serrati che non ci facciano sentire il peso di un passato che non ritornerà e di un futuro che ci pare abitato solo da incognite. Eppure come la mosca che nella ragnatela più si agita e più viene ghermita dalla tela, così noi, con questa presa di distanza dai nostri sentimenti e questa incessante rincorsa verso una via di fuga, finiamo solo per sentire ancora più pesante la mancanza dell’affetto della persona amata.
Sono convinto che non c’è modo di scindere quel filo sottile che ci lega ai nostri sentimenti, che ci fa sentire il bisogno di inseguire qualcuno a cui volere bene, con cui scambiare la propria affettività, con cui condividere ciò che ci piace, con cui fare progetti, a cui offrire la propria protezione e da cui essere protetti. Non so se una vita senza questi bisogni possa essere migliore o peggiore di quella che vivo e questo perché solo questa vita conosco e nessun’altra esistenza mi riesce di concepire, così come non riesco ad immaginare uno spazio a cinque dimensioni o un’esistenza che non sia scandita dal passar del tempo.
Spesso quando riceviamo una delusione da chi amiamo siamo concentrati sul dolore che questo ci arreca ma dimentichiamo quanto di splendido quella persona ci ha fatto vivere. Quali sensazioni più dolci e liete proviamo nel nostro cammino su questa terra che quelle che ci vengono dall’amore? Mi è difficile pensare ad un apice di felicità più alto di quello che dà uno sguardo della persona amata, un bacio, una carezza. Ed è proprio la forza di queste sensazioni che ci fa percepire come un peso insostenibile la loro mancanza quando vengono meno. Quello dell’amore è un gioco in cui si può vincere o perdere e la sconfitta è spesso amara, ma quant’è dolce la vittoria! Ma il vero punto è che giocare a quel gioco è ciò per cui siamo fatti e non partecipare al gioco significa solo essere sicuri della sconfitta. Rinunciare ai nostri sentimenti significa negare la nostra essenza più profonda, prosciugare la nostra linfa vitale e, lentamente, svuotare noi stessi.
Dobbiamo provare a guardare dentro di noi ed a capire che cosa davvero può dare un senso al nostro cammino e forse scopriremo che quel cammino riceverà la sua giustificazione se qualcuno corre al nostro fianco. Ci sono e ci saranno momenti in cui trovare una persona che ci accompagni nella nostra strada può sembrare solo un sogno, eppure è proprio di sogni che si nutre la nostra esistenza, sono proprio i nostri sogni, i nostri desideri, le nostre aspirazioni, le nostre ambizioni, anche le più folli e irrazionali, a nutrire, a dare sostanza alle nostre vite. Ed il più folle ma il più grande dei nostri desideri è proprio quello dell’amore ed io come voi non posso fare che rincorrerlo, sperando di poterlo un giorno ghermire.
di Alberto Capella