L’angolo letterario
Settembre 7, 2003 in Attualità da Sandra Origliasso
New York. Un punto imprecisato nel futuro. Remoto o prossimo? Questa è una risposta che coinvolge l’umanità intera. Le micidiali armi di distruzione di massa hanno raso al suolo le città, avvelenato gli animali, diffuso strane malattie fra gli uomini. Non stiamo parlando di uno dei tanti best-seller sul catastrofismo di stampo americano, ma di un tedesco: Leo Szilard. Probabilmente qualcuno l’ha sentito menzionare in qualche manuale scientifico. La vostra supposizione è vera: egli è uno dei tanti scienziati che contribuirono a dotare l’umanità della bomba atomica. E che poi, ritrattando la terribile scoperta, si pentirono. Per aiutare l’umanità a vederci chiaro si mise, tra le altre cose, a scrivere racconti per ragazzi. Il volume “Grand Central Terminal” (Orecchio Acerbo Editore; 11.50 euro), illustrato da Gianni Pacinotti, in arte Gipi, è parte della raccolta “La voce dei delfini ed altre storie”.
Questa vuol essere una storia di fantascienza rivolta a tutti coloro che sono sensibili all’argomento ecologico. In 13 pagine è concentrata la teoria di Xram, etraterrestre scienziato, che indaga sulle cause della distruzione del pianeta. Sebbene lo stile sia conciso, l’autore usa espressioni allusive quali ” dischi” per indicare i soldi, ” cubicoli” per gabinetti e divide la specie bianca e nera in “affumicata” e “non affumicata”. Infine, è da notare che nei libri l’illustrazione ha un ruolo non indifferente perché completa l’opera.
Affascinati dal connubio fra la parola e l’illustrazione, diffusissimo all’estero, abbiamo intervistato Gianni Pacinotti. Gli abbiamo chiesto come si è svolto il suo lavoro e quali sono le doti di un buon disegnatore.
Come è approdato al mestiere di disegnatore di libri per bambini?
Non credo di essere un disegnatore di libri per bambini. Pubblico illustrazioni e fumetti , dipingo quadri, ma non ho mai pensato ad un genere o ad un altro per i miei lavori.Non credo che questo sia una cosa positiva. Ma per il modo che ho di pormi nei confronti nel disegno, non credo che riuscirei a darmi un indirizzo, non credo neppure che riuscirei ad avere un particolare riguardo o una delicatezza in più, se pensassi di fare disegni per bambini.
Perchè ha scelto di illustrare un libro che coinvolge gravi problematiche ambientali?
Non ho scelto per il tema. Fausta Orecchio mi propose di illustrare il racconto di Szilard. Lo lessi e decisi che era un buon momento (un brutto momento dunque) per disegnare su quell’argomento. Non conoscevo il racconto.Non conoscevo neppure il lavoro di Szilard. Ma sono, come tutti, circondato da guerre fatte per il denaro. Il racconto di Szilard parla di questo.
Per svolgere il proprio lavoro al meglio è necessaria una conoscenza approfondita, oltre che del testo, anche dell’autore?
Immagino che un disegnatore “coscienzioso” risponderebbe di si. Purtroppo non lo sono affatto, coscienzioso voglio dire. La mia idea di buon disegno è un lavoro dove si verifichi una certa perdita di controllo (che poi è qualcosa che spesso somiglia molto ad un super-controllo) in quello che si sta facendo.Non uso l’intelligenza per strutturare il disegno , anche perchè ne ho poca e di una qualità assolutamente inaffidabile. Devo quindi contare su altri fattori, che sono l’improvvisazione e il lavoro istintuale. Una volta (non) impostato il lavoro in questi termini, si capisce come la conoscenza o meno dell’autore abbia poca importanza. Nel caso di Szilard. L’ho studiato solo dopo aver disegnato il libro. Al momento del disegno non avevo la minima idea di chi fosse. Immagino che questo non mi faccia onore, ma è la verità.
Avete in programma altri lavori riguardanti la letteratura per ragazzi?
Con Orecchio Acerbo abbiamo un altro lavoro in cantiere, ma è ancora presto per parlarne. Tornando al discorso precedente e ripetendo il fatto che non riesco a fare distinzioni di genere nel disegno, potrei dire che il libro di storie disegnate che ho appena terminato (Esterno Notte, per Coconino Press)sia un libro per ragazzi. Credo che lo sia, in effetti. Probabilmente ogni libro è un libro per ragazzi, volendo dare alla parola ragazzi una valenza positiva, una idea di capacità di abbandonarsi al racconto.
Essendo questo un sito consultato da giovani, cosa si sentirebbe di suggerire a chi volesse intraprendere la sua professione?
Questo è un discorso davvero complicato. Vorrei consigliare di non risparmiarsi. Non avere paura. Non avere paura delmondo e delle persone.Non avere paura di guardare quello che si ha attorno.Ma anche di non fidarsi. Non fidarsi dei pensieri che gli arrivano dai media, non fidarsi dell’estetica della tv. Così poco adatta a chi voglia utilizzare un linguaggio artistico. Ed anche di più: non fidarsi neppure del proprio modo di vedere. Provare a dimenticarsi. Scomparire e cercare, in questo modo, di avere un minimo sguardo sulla realtà, dove stanno tutte le idee, le ispirazioni, le paure e la bellezza. Se si impara a vedere.E poi imparare la tecnica. Sudarci sopra e poi buttarla via.
Libromercato
E Napoli- “La Bella Napoli” di Ugo Mazzotta- è forse la città di cui ci parla Antonella Cilento ne il pamplet-reportage ( come definito dalla stessa) ” Non è il paradiso” che sarà pubblicato a ottobre, con supervisione di Giulio Mozzi, presso Sironi Editore.
Link
www.tolkien.it
INTERVISTA ALLO SCRITTORE PER RAGAZZI ANTONIO PINGUE di Lidia Gualdoni
IL SITO DEDICATO ALLA LETTERATURA ITALIANA (in uscita a settembre con la rivista intitolata “I nipotini dell’ingegnere” con congruo riferimento a Carlo Emilio Gadda)
www.italialibri.net
FINALISTI DEL PREGIO STREGA 2003
di Sandra Origliasso