La notte bianca dell’amore

Novembre 15, 2004 in Libri da Sandra Origliasso

Titolo: La notte bianca dell’amore
Autore: Herling Gustav
Casa editrice:
Prezzo: € 12.00
Pagine: 144

Herling Gustav La nostra vita non è forse composta da blocchi il cui contenuto acquista significato all’occhio dell’interprete? si domanda Sir Luke, regista teatrale a livello mondiale e protagonista del romanzo “La notte bianca dell’amore” (L’Ancora del Mediterraneo, traduzione dal polacco di Donatella Tozzetti ) di Gustaw Herling. Al tramonto della vita, con la nebbia che circonda i suoi occhi malati, vuole mettere ordine ad una vita già tutta alle spalle. Come estrema confessione, Luca Keblan inizia a narrare la sua autobiografia muta delineando i contorni di un’esistenza iniziata all’inizio del XX secolo in Polonia e intrecciata a vicende storiche di rilievo, come la seconda guerra mondiale e l’invasione di Varsavia. Il teatro compare nella vita di Luca quando la madre, abbandonandolo nella casa paterna, lascia al figlio due volumi di Cechov. Da questo momento in poi il palcoscenico darà un senso alle vicende della vita reale, ad incominciare dall’incontro con il dissidente- regista Giller, con cui decide di mettere in scena “Le notti bianche” di Dostoevskij, fino all’amplesso incestuoso con Ursula, sorella e sposa allo stesso tempo. Ma tra i due amanti imperversa l’ombra di Bogdan, amato da Ursula e odiato da Luca che porta sulla coscienza il peso di una morte evitabile. L’amore tra i due si esprime nelle ombre di passione colpevole da cui scaturisce un interessante impasto di tenerezza e di rancore, risolto nei due epiloghi. Non si tratta di semplici varianti ma di due storie possibili. Infatti, entrambi sono coerenti con la molteplicità di sentimenti che pervade il testo, ma diversi sono i sentimenti che emergono. Il secondo finale, “Sul tappeto mortuario” con la morte di entrambi gli eroi stretti in un abbraccio eterno, appare quello più in linea con il palcoscenico. Il primo, “Vivere in sogno”, obbliga il lettore a porsi una domanda: l’amore di Luca era pura verità? O una finzione in cui aveva imprigionato Ursula per strapparla dal ricordo di Bogdan? In questo epilogo, infatti, emerge con grande freddezza “il divorzio” da Ursula per la quale prevale la pietà e il rimpianto. Herling si conferma così nella sua capacità di indagare a fondo la psicologia di personaggi che, come in “Requiem per il campanaro” e “L’isola”, presentano una doppia facciata che rende possibile il cambiamento.

Dal libro:

“Sentì che era giunto il momento di prendere Ursula fra le braccia. La baciò con avidità, con voracità, con una fame repressa da anni. Lei lo abbracciava e gli stringeva contro, tremante di desiderio. Diventarono amanti. <> gli sussurrò lei all’alba. Lui le credette, desiderava crederle. <> rispose. <>. Fu così che, a Grodno, celebrarono il loro matrimoni, indissolubile fino alla fine della loro vita. Così rincominciò a rimarginarsi la ferita della morte di Bogdan.”

Gustaw Herling è nato in Polonia nel 1919. Ha raggiunto il successo con la raccolta di racconti “Un mondo a parte” pubblicata in Italia da Feltrinelli. Negli ultimi anni della sua vita l’autore ha vissuto a Napoli dove è morto nel 2000. Le opere edite postume da L’Ancora del Mediterraneo sono “Requiem per il campanaro” e “L’Isola”

di Sandra Origliasso