La guerra dei mondi
Agosto 15, 2005 in Cinema da Barbara Novarese
Titolo: | La guerra dei mondi |
Regia: | Steven Spielberg |
Con: | Tom Cruise, Dakota Fanning, Tim Robbins, Miranda Otto, David Alan Basche, James DuMont, Daniel Franzese |
Girato: | USA, 2005 |
Come possiamo essere sicuri che, nell’immensità dell’universo sconosciuto, non esistano altre forme di intelligenza, al di fuori dell’essere umano?
Presunzione, Paura o Indifferenza?
La risposta vera non cambia la sostanza… alcuni sono troppo impegnati nel giocare alla guerra con soldatini veri e poi nascondere impensabili crudeltà sotto la preziosa coltre delle menzogne, altri ad ascoltare le notizie del TG che i primi sfornano come biscottini.
In genere, comunque, un po’ per convenzione e un po’ per necessità, lasciamo risolvere le grandi questioni mondiali a quegli abili panettieri… mentre noi ci occupiano delle inezie, con cui la vita quotidiana ci sveglia dal nostro torpore.
In fondo, non vogliamo la guerra (che brutta cosa!)… ma è sopportabile, se a combatterla sono gli altri, giusto?
Bocca e coscienza non sempre vanno d’accordo e, in questo tempo in cui nè l’una nè l’altra prevale, vincono i fatti. Fatti che Steven Spielberg non può ignorare e ne approfitta per partorire un kolossal, da un libro già ispirazione dell’omonimo film-cult di fantascienza del 1953: “La guerra dei mondi”.
Welles lo pubblicò 1898 e forse sognò quei “misfatti” a cui gli essere umani proprio non sanno stare senza! Così, secondo la fantasia di uno scrittore-veggente, gli extraterrestri ci combattono, usando armi nascoste nel cuore della terra!
Il nostro tempo, meglio di così, non poteva essere rappresentato.
Dalla scrittura al cinema, con effetti speciali che non deludono.
Uno scontro epocale, narrato attraverso gli occhi di un padre (Tom Cruise) e dei suoi due figli (Justin Chatwin e Dakota Fanning) che cercano di salvarsi da una morte annunciata.
Nel dolore, nella paura e soprattutto nell’emergenza, nessuno cerca più i nemici tra i propri simili: diventiamo tutti un unico pianeta, una sola razza che abita lo stesso mondo poichè l’unica possibilità di resistere è restare uniti, per sfuggire agli inceneritori e alle “dispense”. Una specie di orribile pulizia etnica che si conclude con il lauto pranzo. Pranzo a parte (anche se ci siamo andati vicino) gli extraterresti devono averci osservato molto bene, durante la II guerra mondiale e chissà, forse, anche imitato!
Resta un dubbio. Le terribili macchine da guerra aliene erano già nascoste sotto i nostri piedi ma noi non abbiamo visto mettercele (eppure erano proprio grandi) perciò: o le hanno messe all’inizio dei tempi per eccesso di zelo, nel caso le cose fossero andate male sul loro pianeta, o le abbiamo messe noi, magari nel futuro! (quasi, quasi immagino già “la guerra dei mondi 2 – the begins”)
L’angoscia è il tema principale, la sensazione che non sarà possibile salvarsi.
Efficace il panorama monocromatico: deserto di sangue,
Il viaggio della speranza da New York a Boston pare un po’ riduttivo ma, di fronte al colossale scontro, tutto perde la sua importanza e dimostra, anzi, quanto relativo possa diventare il punto di vista.
Chi si è approcciato al film con l’aspettativa di un classico di fantascenza, probabilmente ha perso di vista messaggio e introspezione così, dopo la prima mezz’ora, si è addormentato.
Ai dormiglioni, consiglio di leggere il libro!
di Barbara Novarese