“La festa” di Alex Britti
Novembre 11, 2005 in Spettacoli da Gino Steiner Strippoli
Che “La Festa” cominci!
Sarà sicuramente così lunedì 14 novembre al teatro Colosseo di Torino, ore 21, quando Alex Britti imbraccerà la sua chitarra e inizierà a cantare e suonare la sua “Festa”, titolo del suo ultimo album. Il concerto in teatro (organizzato da Metropolis) porterà il pubblico torinese a vivere con intensità le emozioni e le atmosfere intimiste delle canzoni di Alex Britti.Un artista dall’indiscusso valore chitarristico, un vero musicista, uno di quelli tanto per intenderci che tendono a diventare “bestie rare” o meglio a non nascere più.
Insieme al guitar romano ci saranno sul palco Loris Malagutti (D.J.), Maurizio Dei Lazzaretti alla batteria, Fabrizio Bianco alla chitarra, Roberto Gallinelli al basso, Carlo Di Francesco alle percussioni e Luca Scarpa al piano e tastiere.
Il nuovo album “Festa” (Universal Music) vive di tanto blues con escursioni al jazz e al pop più moderno attraverso 12 canzoni, due scritte insieme a Costanzo e una strumentale. Britti in questo album conferma il suo talento innato sia nello scrivere i testi che nel comporre le sonorità. Canzoni che all’apparenza suonano “facili” proprio perché il “nostro” rende facili anche le composizioni più complesse.
Testi sempre molto profondi che raggiungono al primo ascolto l’anima delle persone. Spesso la trasmissione di un emozione, attraverso il testo di una canzone e della sua musica, è sempre cosa molto difficile. Diciamo che sovente la linea diretta tra un artista e il pubblico passa attraverso o la sola musica o il solo testo. Poche volte avviene in contemporanea. La creatività e la bravura di Britti sta proprio in questo: saper coniugare il suo virtuosismo chitarristico con la sua poesia.
Ripercorrere la storia di Alex Britti vuol dire tornare indietro di molti anni quando a soli 8 anni si trovò con una chitarra in mano. Le scelte musicali a 17 anni si orientarono verso il classico blues tanto che i passaggi in Italia dei grandi bluesman americani lo vedono supporter sui palchi ad esibirsi con Billy Preston e Buddy Miles, tanto per citarne qualcuno. Poi nel 1990, dopo tante performance strumentali, inizia a scrivere canzoni in italiano. Da qui in poi è storia dei nostri giorni tra album di successo e apertura di un concerto milanese di B.B. King. Vi sembra poco per un artista tutto sommato giovane ma già grande?
di Gino Steiner Strippoli