La bella Italia. Arte e identità delle città capitali
Marzo 13, 2011 in Arte da Benedetta Gigli
La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede
Leonardo Da Vinci
Dal 17 marzo all’11 settembre si terrà, presso la Reggia di Venaria Reale di Torino, la mostra d’arte La bella Italia.Arte e identità delle città capitali, un percorso di oltre trecento capolavori che va dall’Antichità alla vigilia del 1861 attraverso le capitali pre-unitarie: Roma, Firenze, Torino, Genova, Palermo, Napoli, Bologna, Milano e Venezia.
L’esposizione ci porta indietro nel tempo per ricostruire l’immagine di queste nove città e il contributo che ciascuna ha dato all’arte e all’identità italiana . Queste diverse “Italie”, con le loro molteplicità diversità, vengono rappresentate nella mostra attraverso oltre 350 opere di grandi artisti che hanno fatto la storia dell’arte e non solo: Giotto, Beato Angelico, Donatello, Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Correggio, Bronzino, Tiziano, Veronese, Rubens, Tiepolo, Canova, Hayez, Parmigianino, Velazquez, Bernini e tanti altri.
Nella sezione dedicata a Roma, curata da Antonio Paolucci, porta in dote una cinquantina di opere a raccontare i venticinque secoli della città eterna. Dai miti della Roma arcaica, simboleggiati dal celebre dipinto di Rubens con Romolo e Remo allattati dalla Lupa, alle nitide vedute della Città eterna nei quadri di Wan Vittel e nelle incisioni di Piranesi, fino ad arrivare al neoclassico di Antonio Canova.
La sezione di Firenze, curata da Cristina Acidini e Maria Sframeli, ricostruisce il cammino verso l’Unità italiana partendo dal patrimonio lasciato dai grandi poeti fiorentini del Trecento, per chiudersi su un’immagine simbolo del Risorgimento, La Ragazza che cuce il tricolore di Odoardo Borrani.
La parte dedicata a Torino è curata da Carla Enrica Spantigati, e ripercorre nel segno delle arti la lunga epopea dinastica dei Savoia. Il Piemonte, immortalato nelle evocative immagini pittoriche delle Alpi, ricorda anche le innovazioni conferite all’Italia dall’antica tradizione scientifica e militare delle sue accademie. Le ultime tele di Bossoli e Tetar van Elven riportano Torino protagonista del Risorgimento.
Genova, ricchissima e bellissima, ripercorre in mostra, grazie al curatore Piero Boccardo, la sua età d’oro come capitale finanziaria e dell’arte, nell’Europa della Controriforma. Una trentina di opere scelte, tra cui preziose tele di Rubens, Strozzi, Van Dyck, Veronese, danno immagine alla storia della città, dalla nascita della Repubblica, con il Ritratto di Andrea Doria nelle vesti di Nettuno del Bronzino, fino all’epopea garibaldina.
La sezione di Palermo, curata da Vincenzo Abbate, apre sul mito dell’età normanno-sveva, nel segno della convivenza dei popoli, con preziosi manufatti autoctoni e d’importazione islamica e la tela ottocentesca di Giacomo Conti raffigurante la corte di Federico II.
L’identità di Napoli, emerge in mostra nelle vivide immagini della sua plebe nei dipinti di Cerquozzi, Giordano, Traversi, Miola. Il curatore Pierluigi Leone De Castris, ha voluto, attraverso le circa cinquanta opere esposte, rivelare tutte le contaminazioni artistiche di un porto mediterraneo aperto all’Europa e all’Oriente.
Bologna, porta in mostra la ricca tradizione pittorica delle corti padane nelle tele del Correggio e del Dossi, e nelle opere di Guercino, Fontana, Ludovico e Annibale Carracci. La sezione, curata da Andrea Emiliani, riconosce nell’ideale classico, che attinge alla memoria rinascimentale di Raffaello fino alle espressioni neoplatoniche di Guido Reni, un modello di unificazione della pittura italiana.
Per Milano troviamo una selezione di opere importanti, a cura di Pietro Marani, che illustra i momenti salienti dell’epopea lombarda. Dai cantieri rinascimentali del Duomo e della Certosa di Pavia, con le testimonianze lasciate alla Corte Sforzesca da Leonardo da Vinci e Donato Bramante, la mostra racconta il nuovo fervore illuminista nella Milano austriaca e napoleonica. Il celebre Bacio di Francesco Hayez simboleggia, infine, l’eroismo delle Cinque Giornate che diedero avvio al Risorgimento.
Venezia si rappresenta in mostra nell’immagine riflessa del proprio mito, celebrato dall’arte attraverso i secoli. La sezione, curata da Giandomenico Romanelli, rappresenta alcuni momenti cruciali nella lunga storia di autonomia politica e istituzionale di Venezia. Le icone della Repubblica, con i ritratti di Tiziano e il Leone marciano di Carpaccio, si alternano alle celebri raffigurazioni della città del Canaletto e alle visuali nostalgiche del Guardi, per riemergere nei colori del Tiepolo e nelle sculture del Canova.
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di Benedetta Gigli