Juventus Japan Tour
Maggio 30, 2005 in Sport da Roberto Grossi
Dopo aver assaporato la gioia del bagno di folla che ha accompagnato la doppia festa scudetto (stadio Delle Alpi più sfilata per le vie di Torino), la Juve è volata ieri mattina da Caselle destinazione Giappone, dove la comitiva bianconera disputerà tre partite amichevoli buone per rimpinguare il bilancio.
Prima di partire per il Sol Levante Pavel Nedved ha voluto ancora una volta ringraziare i tifosi della Vecchia Signora i quali, incuranti del gran caldo che imperversava sotto la Mole domenica pomeriggio, hanno accompagnato, tra cori e bandiere, il bus bianconero per la città.
Dalle Vallette a corso Traiano, passando per Piazza Castello, il ceko ha ancora ben impresso negli occhi il delirio di folla (si parla di mezzo milione di persone disseminate lungo tutto il percorso) che ha ‘scortato’ la squadra di Capello: Prima di arrivare alla Juve avevo sempre sentito dire che Torino fosse una città fredda – confessa il biondo centrocampista – invece abbiamo dimostrato che anche qui si può fare una grande festa. Un tale calore dalla folla non se l’aspettava nessuno, nemmeno il sottoscritto che ha dovuto ricredersi dopo aver visto quanta gente fosse presente a rendere omaggio allo scudetto. Non voglio immaginarmi cosa succederebbe se riuscissimo a conquistare la Champions League, il trofeo che, purtroppo, mi è sempre sfuggito.
Già, la coppa dalle ‘grandi orecchie’ rimane il sogno irrealizzato del numero undici bianconero, il quale, dopo l’eliminazione patita dal Liverpool nei quarti di finale, aveva dichiarato di non riuscire più ad avere il sorriso sulle labbra: Ora invece ho finalmente ripreso a ridere – replica divertito Nedved, uno dei più scatenati sopra il bus-scudetto – e questa vittoria, che tanti ritenevano impossibile, mi ha nuovamente caricato per la prossima stagione dove cercheremo in tutti i modi di conquistare l’Europa. Prometto a nome mio e dei miei compagni che ce la metteremo tutta per portare a casa un trofeo che sta diventando una specie di ossessione: speriamo solo di essere un po’ più fortunati rispetto al passato.
Pavel non è più un ragazzino e con un contratto in scadenza nel 2006 è logico domandargli cosa ci sia nel suo futuro: Non ho ancora pensato se continuare l’avventura calcistica qui a Torino: prima devo valutare le mie condizioni fisiche. Ripeto: il mio unico pensiero, per il momento, si chiama Champions League, poi si vedrà.
di Roberto Grossi