J-Ax e il rapunk ‘n’ rock

Febbraio 2, 2007 in Musica da Gino Steiner Strippoli

In esclusiva per Traspi.net, l’autore di“Di sana pianta” ci parla della sua ideologia, musicale e non, ci racconta il suo nuovo album.

J-AxJ-Ax, artista ai più conosciuto come la mente ideologica degli Articolo 31, una delle band che hanno fatto la storia della musica rap italiana degli anni ’90, si presenta con la sua prima vera prova solista. Una prova d’autore, dove il nostro si soddisfa pienamente, come non aveva mai fatto, liberando le espressioni musicali a lui più care come il punk, il rock americano, il pop italiano e il rap. Una prova di forza rischiosa ma che il simpatico J-Ax ha stravinto.

Nelle 15 tracce di questo nuovo disco, intitolato “Di Sana Pianta” (Sony Bmg), non si trova un solo pezzo mediocre, anzi, sono tutti pieni di energia vitale, una vera dose di vitamine per ‘piante sane’. Uscito ad ottobre, l’album sta ottenendo grande successo di pubblico e di critica ed è buon viatico per il tour che il nostro inizierà a marzo, quando scalderà i palchi italiani con la sua musica, il suo incessante ritmo e le sue canzoni.

Per questo album si è avvalso di grandi artisti internazionali che nulla hanno a che fare con l’hip hop o il rap, d’altronde questo è un album che stupirà per la varietà di suoni e stili musicali presenti. Ed ecco che il disco contiene le firme di Samantha Maloney alla batteria, già con le Hole di Courtney Love e Peaches, di Troy Van Leeuwen guitar man dei Queens Stone Age, di Josh Schwartz chitarra dei Rath Miller e del bassista Brian’O Condor degli Eagles of Death Metal. Risultato: un suono internazionale senza sradicarne le radici italiche di J-Ax.

I testi, sempre al limite dell’impossibile, cercano risposte all’ipocrisia devastante in cui incombe il gregge e offrono spunti di pensiero e di speranze. Musicalmente J-Ax non ama molto le etichettature sul suo stile musicale, ma io vi offro per questo “Di Sana Pianta” la definizione di Rapunk n’ rock, ovvero una miscela devastante di sonorità tale da far scaldare ‘il motore’ di ogni persona.

A Torino per incontrare i propri fans, in quel luogo giovanile che è La Feltrinelli di piazza CLN, J-Ax si è prima soffermato a rispondere alle mie domande. L’incontro è di quelli molto informali, si sorride si scherza e si ride. Questo la dice tutta sulla semplicità, l’umiltà e la bellezza interiore di questo artista. E per me il compito diventa un colloquio con un nuovo amico.

J-Ax

“Di Sana Pianta” è il tuo primo album solista. Tu sei stato la matrice ideologica degli Articolo 31, oggi come ti trovi in veste solista, in questo cambiamento, solo sul palco, sulla copertina dell’album, solo a decidere la musica?

Me lo chiedi per fortuna due mesi dopo che il disco è uscito [e ammicca un sorriso, n.d.r.], quindi visto il risultato ti dico che mi sento benissimo. Ovviamente era un salto nel vuoto quando è uscito. L’album poteva essere anche accettato male, ma per fortuna non è stato cosi. Penso che la gente non abbia sentito una grande discontinuità con il lavoro che ho fatto prima, parlo di “Italiano Medio” e “Domani Smetto”, gli ultimi due album degli Articolo 31. In quegli album ci fu una prima svolta musicale che era un’impronta lasciata da me, un desiderio mio di variare il genere e crearne uno nuovo.

Sì, sono da solo, ma in realtà ho sempre il mio team, ho sempre la stessa gente con cui lavoro da anni. Mi sarei sentito peggio se avessi continuato con gli Articolo 31, non potendo fare esattamente quello che avevo in testa.

Un album, questo, che ha rappate potenti, aggressive ma mescolate a pezzi di vero punk rock, molto duri anche a livello sonoro, non solo nei testi… e tanti artisti internazionali che poco hanno a che fare con la musica rap.

Effettivamente questo è molto naturale, sai io mi metto col computer e scrivo una canzone, poi se esce un pezzo rap so come realizzarlo nel migliore dei modi, se esce un pezzo rock lo vado a realizzare con i migliori del mondo, se posso! Quindi per quanto riguarda questo disco ha molto punk rock, rock americano, perché è un genere che sento molto vicino alla mia attitudine, al mio modo di intendere la vita. Il disco è un mix di punk rock, rock americano, pop e musica italiana.

Dentro puoi trovarci pezzi come “Sei Sicura”, che potrebbe benissimo cantare Laura Pausini. Il mio singolo “Ti Amo Ti Ammazzo” è un pezzo pop italiano. Io non voglio fare il fenomeno che nega le proprie origini. Poi c’è musica italiana che mi piace e ce n’è anche molta che non mi piace. Io metto insieme tutte le cose che mi hanno aiutato a crescere musicalmente: sono cresciuto con il rap, ma anche ascoltando Rino Gaetano

Quando è nata l’esigenza di avviarti alla carriera solista?

E’ nata durante la scrittura di “Italiano Medio”, anche se già “Domani Smetto” era quasi un mio disco solista, visto che avevo fatto tutto io. Però quando uscì “Italiano Medio”, che ebbe un successo molto popolare, in quel momento dissi a me stesso che se c’era un momento in cui gli Articolo 31 dovevano essere messi sul piedistallo quello era il momento giusto. Magari facendo un altro disco come Articolo 31 non sarebbe venuto cosi bene, poi era molto che volevo fare la mia carriera solista. Jad è orientato su un altro genere musicale come l’hip hop. Non abbiamo litigato, magari un giorno faremo un disco insieme: bello, un vero tributo.

Il brano che dà il titolo anche all’album, ‘Di Sana Pianta”, è un pezzo con molte frecce nel suo arco, tra cui quella di cambiare direzione.

Ho scritto io il testo ad aprile scorso, in pieno periodo elettorale, dove ero molto fiducioso in quello che sarebbe successo dopo. Se lo dovessi riscrivere adesso verrebbe fuori un altra cosa. Non ho fiducia in chi mi governa, non più. Ho fiducia negli italiani e nell’Italia, quindi spero che prima o poi ci siano dei cambiamenti, anche se adesso di spiragli ne vedo pochi. Sono rimasto davvero deluso. La canzone è stata scritta come se io parlassi ad un ragazzo che è stato appena mollato dalla donna, in realtà parlo all’italiano che era stato appena mollato dalla sua classe politica e gli dico ‘hai pagato le tasse, ti hanno fatto mille promesse e alla fine il tuo governo si è fatto gioco di te. Ma non preoccuparti che Di Sana Pianta vai a votare e il governo vedrai che cambierà’.

Son passati 14 anni dal tuo esordio discografico con “Strade di Città”. Come ti rivedi nel tuo passato?

Ci sono delle cose del mio passato che mi piacciono ancora e altre meno. Ero diverso, la pensavo in maniera diversa da oggi, tutti nella vita crescono, forse una parte di quel ragazzino è ancora in me. Non sono un’altra persona, ma nemmeno la stessa. Se cosi fosse vorrebbe dire che avrei qualche ritardo mentale. Allora ero un integralista, cosa che non sono più, però mantengo certe attitudini e sono sempre quello che se gli fai girare le palle ti mette le mani in faccia.

Nelle mie curiosità da chiederti ci sono: quale canzone hai cantato per la prima volta, il tuo primo disco ascoltato e quello che hai comperato per primo nella tua vita.

La prima canzone che ho cantato è stata “Roadhouse Blues” dei Doors, la cantavo da bambino in inglese italico [è giù una risata, n.d.r.], mentre il primo disco che ho ascoltato è stato un pezzo di Dario Baldam Bembo (di mia madre). Il disco che ho comperato è stata la colonna sonora del film “Ghostbuster”, dove scoprii un bel po’ di gente, tra cui Ray Parker Junior.

Perché un giovane dovrebbe comperare questo tuo disc
o.


Il mio disco devi ascoltarlo, poi se uno lo compera meglio! Perché ho speso tanto in passione e impegno per realizzarlo e i miei produttori in soldi e poi comunque perché è una bella storia che ha un lieto fine. E’ un disco che ti lascerà uno spiraglio per il futuro. Io sono ancora della vecchia scuola: lascio sempre un finale buonista e positivo.

di Gino Steiner Strippoli