Intervista a Pierluigi Capra

Giugno 20, 2008 in Libri da Redazione

Pierluigi CapraDa quale passione, riflessione lettura o esperienza ..insomma da cosa è scaturita l’idea del tuo libro composto di due racconti assai diversi tra loro?

L’idea del mio primo libro “Torino città di Primati – 333 volte prima in Italia” è scaturita dall’amore per Torino e dall’orgoglio torinese. Volevo far sapere ai miei concittadini, che spesso si piangono addosso recriminando sulle cose che noi abbiamo inventato e che altri ci hanno rubato e scippato, tutti i primati, le supremazie e le eccellenze che la nostra città ha avuto e che conserva ancora oggi. Volevo ricordar loro che Torino non ha nulla da invidiare alle altre città più gloriose e turistiche, come Roma, Venezia e Firenze. Il secondo libro su Torino (terzo in ordine di tempo) “Torino tra cronaca e storia” è in un certo senso l’integrazione e l’approfondimento del primo, limitatamente al 900.

Il tuo libro abbina parole ad immagini. Quale tipo di emozione vorresti che il lettore riuscisse a ricevere dal tuo modus narrante?

L’abbinamento foto-testo, al di la della rarità e del fascino delle immagini in cartolina, ha lo scopo di alleggerire la lettura e rendere più scorrevole la narrazione, forse un po’ troppo ricca di date, dati, nomi e dettagli.

Quale aspetto del tuo lavoro hai amato di più? A quale personaggio sei stato più legato?

Ho amato molto leggere le biografie dei torinesi meno illustri e conosciuti, ma importanti per capire la nostra città ed il carattere dei suoi abitanti. Come Gipo Farassino, Arturo Brachetti, Carlo Campanini, Giorgio Giugiaro, Enrico Paolucci, Sergio Pininfarina, Tullio Regge, Armando Testa, Milly, e molti altri considerati minori.

C’è un aneddoto che ricordi con piacere legato al periodo in cui hai lavorato sul libro?

Incontrai Nino De Filippis, il grande corridore ciclista torinese che conosco personalmente perché ha scritto anche lui un libro con la casa editrice Graphot, e gli chiesi una fotografia da pubblicare. Lui anziché darmene una delle tante che lo ritraggono in bicicletta mentre taglia vittoriosi traguardi, me ne ha data una in camice, mentre lavora nel pastificio di famiglia in Via Lagrange negli anni ’50. Un altro incontro importante è stato per me quello con i fratelli Judica Cordiglia. Mi hanno fornito preziosi dettagli scientifici relativi alle intercettazioni dei dialoghi tra astronauti russi protagonisti di imprese poi fallite e delle quali non si seppe mai nulla. Ho scoperto che oltre ad essere ricercatori “fai da te” sono anche persone simpaticissime.

Quanto tempo ha richiesto creare un’opera che è un saggio narrativo alla

scoperta di aneddoti su Torino?

Io raccolgo cartoline di Torino (paesaggistiche, commemorative, pubblicitarie) da più di 20 anni quindi tantissimi avvenimenti me li sono trovati illustrati e “reclamizzati”. Ho naturalmente dovuto fare le ricerche e i riscontri necessari per descriverli nei dettagli. Questo lavoro di ricerca è durato circa 2 anni.

Per te è più importante cosa si scrive, o come lo si scrive?

Siccome non sono uno scrittore di romanzi, racconti, poesie o novelle non ho bisogno di curare molto le modalità della scrittura. Mi attengo ai fatti, li descrivo, li porgo come spunto di approfondimento, per cui diventa importante solo il contenuto. La mia principale preoccupazione è stata quella di evitare la noia in chi legge e per questo mi sono aiutato con centinaia di immagini e illustrazioni. Naturalmente così il libro è diventato più costoso e forse meno vendibile.

La copertina è molto importante come il formato del volume. Come è nato il disegno e chi è stato l’autore della copertina?

La copertina è stata disegnata dai design della casa Editrice Graphot (e anche stamperia) che mi hanno sottoposto 3 o 4 bozzetti. Ne abbiamo scelto uno, di comune accordo con Roberto Giachino titolare della Casa Editrice, che richiamasse la Torino classica e la Torino moderna del dopo

Olimpiadi.

Quali sono gli autori che consideri pietre miliari della tua formazione, come lettore e come scrittore?

Come lettore considero pietre miliari della mia formazione i classici Dante, Leopardi, Manzoni. Come scrittore invece Pavese, Fruttero e Lucentini, Calvino, Lalla Romano, Soldati, Gramsci, Gobetti, Biagi, Pansa.

Nelle tue presentazioni al pubblico quali riscontri ricevi?



Devo dire che durante le presentazioni in pubblico ricevo riscontri positivi quasi unanimi. E’ più difficile far intervenire il pubblico, ma quando c’è è interessato e partecipa volentieri.

Dopo imprese quali saggi su Torino o sul divismo, quale sarà la tua prossima indagine?

Mi piacerebbe riuscire a fare una ricerca sul contributo che ha dato il Piemonte al Risorgimento e all’unità d’Italia da far uscire in concomitanza con le manifestazioni del 150° dell’Unità d’Italia che si svolgeranno prevalentemente a Torino nel 2011.

di Cinzia Modena e Stefano Mola