Il sogno di Yusuf
Maggio 14, 2003 in il Traspiratore da Redazione
La carovana era da due lune come un gigantesco serpente smembrato.
L’oasi accoglieva esseri umani, animali, vegetali ed inanimati.
Un grande bazar in cui niente e nessuno era in vendita ma, forse, in mostra.
Forse non è esatto dire che niente e nessuno era in vendita…
L’alba della partenza Yusuf fece un sogno, che ricordò anche al risveglio.
Egli era edotto in molte materie, in maniera ampia e profonda.
Il lago della sua mente era un mare… onde, onde, onde.
La sua passione erano le parole, e la messa in pratica delle medesime.
Quel sogno ebbe un effetto.
Momentaneo, forse, ma vi fu.
Tutto ha una causa, ed un effetto.
Tutto ciò che di solito vediamo.
Ed anche tutto ciò che solitamente non è visto.
Quasi tutto, ma forse non il tutto in sé…
parole e parole e parole.
Nel sogno ogni cosa si tramutava in parole, e le parole in lettere.
E parole e lettere in suoni, e i suoni in luci. E le luci in parole.
Ad un certo punto il buio. Poi la luce.
Poi di nuovo il buio. Poi di nuovo la luce.
Lui non pensava più a se stesso, ma poteva
creare con il pensiero.
Creare tutto: da un vaso ad un mondo.
Ma non gli interessava farlo, in quel momento.
Perché mai avrebbe dovuto, lui in fondo non c’era più, o c’era?
Un momento… ma cos’era mai, nel sogno, un momento?
Al risveglio, dopo essersi lavato, andò nella tenda degli anziani.
Sfogliando gli antichi e sacri libri, una grande calma lo invase.
O egli la generò… o fu un semplice effetto.
Limpidezza, come il giorno che segue una tempesta di sabbia.
Riconobbe le amate lettere.
Riconobbe, nella veglia, un altro sogno.
Ma poco dopo, quel riconoscere sembrò solo un altro sogno.
L’ora della partenza era giunta.
La cavalcatura era forte e sana, sellata e abbeverata.
Gli avvoltoi non volteggiavano più.
Le scorte d’acqua erano abbondanti.
Yusuf chinò il capo a tutto ciò.
Il Traspiratore – Numero 43 – 44
di E. Specchio