Il pane dei santi

Settembre 30, 2002 in Libri da Gustare da Stefano Mola

Gain Luca Ercolani “Il pane dei santi”, Todaro Editore, pp. 220, Euro 18,08

30746(1)Ci sono cose che si definiscono per confronto e differenza. Un uomo solo, su un’isola deserta, si può definire pazzo? Non vorrei mettere i piedi in un terreno un po’ troppo difficile, o all’inizio di un sentiero lunghissimo. Però per poterlo definire pazzo, dovremmo comunque poterlo osservare (ma allora, sarebbe ancora solo?), paragonare i suoi comportamenti a un modello, rompere implicitamente il suo isolamento. Quindi c’è una forte matrice culturale (il modello).

E la santità? Potrebbe essere diversa? Se la pensiamo ancorata a un codice divino assoluto, probabilmente si. Ma la santità è anche un esempio, e il riconoscimento, la certificazione della santità sono comunque fatti dagli uomini. Che dipendono da codici culturali, che a loro volta evolvono nel tempo (dunque, una definizione per confronto e differenza).

E nei codici culturali c’è senz’altro il cibo. Ora, il rapporto con il cibo rimanda immediatamente al rapporto con il corpo, che rimanda al rapporto col peccato. Quanto più ci si distacca dal corpo, dalla materialità, tanto più ci si allontana dal peccato. Lo stesso peccato originale può essere visto come peccato di gola e di lussuria. Dopo la mela due sono le condanne: procurarsi il cibo col sudore della fronte e partorire nel dolore.

Da queste brevi considerazioni (che potranno essere approfondite grazie alla lettura del breve saggio introduttivo di questo curioso volume) si può facilmente capire la tensione ininterrotta che corre tra sostentamento e piacere nell’alimentazione per la cristianità: se il corpo è peccato non è possibile pensare di annullarlo per digiuno, perché solo Dio è padrone del corpo.

Gian Luca Ercolani, al di là dell’inquadramento introduttivo già citato, ci offre una panoramica sull’evoluzione del rapporto tra cibo e santità: i comportamenti estremi degli anacoreti, i precetti sull’alimentazione nelle regole monastiche, l’anoressia nella santità femminile. E lo fa passando attraverso 40 brevi biografie di santi, dall’antichità ai giorni nostri, citando passi tratti dalle relative agiografie, da Sant’Antonio Abate a San Riccardo Pampuri. E presentando anche delle ricette, cercando di mettere in luce il modo in cui potevano essere preparate sulla base di trattati di cucina, ricettari e abitudini alimentari dell’epoca.

di Stefano Mola