Il nevo di Spitz

Maggio 1, 2005 in Medley da Redazione

Cosa è un nevo:

Si definisce neo o nevo una lesione cutanea pigmentaria determinata dalla presenza in seno alla cute di gruppi di cellule produttrici di pigmento (detto melanina), riunite in “nidi” o teche a diversi livelli di profondità; è questa caratteristica istologica che ne definisce il carattere fondamentale: si parla infatti di nevi “giunzionali”, o “dermici” o “composti” quando, effettuata l’asportazione, si esegue l’esame istologico.

Il nevo di Spitz:

L’aspetto dei nevi è molto variabile in funzione sia dell’aspetto clinico che di quello istologico (microscopico). Tra i vari tipi descriviamo il nevo di Spitz, lesione tipica dell’età pediatrica, che può presentare problemi di diagnosi differenziale con il melanoma quando compare in età postpuberale od adulta.

Il nevo di Spitz (melanoma infantile) è stato descritto nel 1948 da Sophie Spitz la quale realizzò che diagnosi istologiche di melanoma maligno in bambini si associavano ad un comportamento non aggressivo del tumore nella quasi totalità dei casi.

Esaminando un gruppo di pazienti di età compresa tra i 18 mesi e i 12 anni, individuò criteri clinici ed istopatologici per poter riconoscere questa nuova entità.

Nel tempo il termine di melanoma giovanile è stato criticato prima di tutto perchè le lesioni non si riscontrano solo nei bambini, secondo perchè la definizione di melanoma ha una connotazione di malignità, mentre lo Spitz è benigno.

Come si presenta:

  • macchia o papula

  • diametro variabile da pochi millimetri ad un centimetro, raramente fino a tre

  • superficie verrucosa, con margini irregolari, talvolta liscia e soffice, rilevata sul piano cutaneo

  • colore variabile dal rosa al rosso, dal marrone al nero

  • assenza di peli

    Clinicamente si manifesta quindi come un nodulo asintomatico, solido, rotondo- ovalare, a superficie liscia, rosso- rosato o marroncino. Le lesioni però possono anche essere maculose, papulose o verrucose, con diametro medio di 7 mm.

    Storia naturale:

  • comparsa dall’ età di 6 settimane ai 4 anni, talvolta congenito.

  • progressivo aumento di dimensioni in tempo breve con successiva stabilizzazione.

    I genitori dei pazienti esaminati riferivano che le sedi interessate erano zone di microtraumi frequenti, senza storia di sanguinamento od esulcerazione.

    Il tempo che intercorre tra la comparsa della lesione e la diagnosi varia da un mese a 20 anni e più, anche se la maggior parte dei pazienti si rivolge allo specialista dopo un periodo medio di 6 mesi, preoccupati per l’ accrescersi, il cambiar colore, il sanguinare del nevo. Solo nel 10% dei casi il paziente lamenta il sintomo di prurito.

    Dove compare:

    Le sedi più frequentemente colpite sono il viso, in particolar modo le guancie, gli arti inferiori, raramente le sedi plantari, gli arti superiori ed il tronco.

    La localizzazione prevalente è risultata essere la regione geniena (30 % dei casi, 56% sul volto), prossima a questa è l’incidenza all’arto superiore (28 %) e quello inferiore (26 %) mentre solo nel 6% dei casi è stata riscontrata al tronco. La localizzazione preferenziale al viso risulta limitata a pazienti di età inferiore ai 20 anni, nel 45% degli adulti, soprattutto se donne, il nevo compare a livello delle gambe.

    Considerando la sede di insorgenza del nevo di Spitz in rapporto ai quadri clinici, si è potuto osservare che le lesioni acromiche, in particolare quelle nodulari, si localizzano prevalentemente al volto, mentre quelle nodulari pigmentate prevalentemente agli arti.

    La frequenza:

    L’ attuale incidenza non è nota con precisione. Nelle varie casistiche esaminate sembra essere di 1-2 % di tutti i nevi acquisiti osservati in età pediatrica, secondo altri può arrivare fino al 10%.

    È importante ricordare che il nevo di Spitz può insorgere anche in soggetti adulti: secondo alcuni autori nel 50% dei casi si riscontra in adolescenti, circa un quarto in ultra trentenni, solo l’ 8,5% compare al di sopra dei 45 anni. L’ incidenza sarebbe quindi inversamente proporzionale all’ età.

    Secondo alcuni studi l’ età media del paziente al momento dell’ asportazione chirurgica è di circa 15 anni, mentre il momento della comparsa è valutato intorno agli 8 anni (media).

    Tutti gli studi hanno dimostrato una predominanza nella razza bianca. Sono riportati solo 7 casi di Spitz in pazienti di cute nera; (secondo alcuni sarebbe dovuto alla minor incidenza di nevi su pazienti di pelle scura, secondo altri sarebbe correlato ad una sottostima delle lesioni neviche in tali pazienti).

    Nel sesso femminile si riscontra più frequentemente che in quello maschile, soprattutto tra i 15 e i 29 anni, forse solo per un maggior gusto estetico che conduce alla soluzione chirurgica (exeresi).

    Diagnosi differenziali:

  • dagli emangiomi e granulomi piogenici i nevi chiari, lisci e rosati

  • dai dermatofibromi e dai cheloidi quelli chiari e duri

  • dai melanomi quelli scuri

    La diagnosi:

    è prevalentemente clinica, sebbene in molti casi sia importante l’ausilio del dermatoscopio manuale e della dermatoscopia ad epiluminescenza.

    La terapia:

    Una volta effettuata la diagnosi è consigliabile eseguire l’asportazione chirurgica tradizionale e l’esame istologico. L’intervento può essere effettuato in anestesia locale se il paziente è collaborante, in anestesia totale nell’età pediatrica. Come per gli altri nevi melanocitari (pigmentati) è sconsigliato il trattamento laser poiché preclude la possibilità di effettuare l’esame microscopico di controllo.

    La pubblicazione di questo articolo rientra negli accordi di partnership tra il nostro magazine e Cidimu.it, sito specializzato nella diagnostica e medicina on line.

    di dott.ssa P. Coppo