…Il fin la maraviglia
Aprile 10, 2005 in Arte da Cinzia Modena
Dal 25 marzo Torino ospita, in una delle sue case più belle, un po’ di magia, quella che lasciava a bocca aperta i più giovani e faceva sognare gli innamorati della vita di qualche anno fa. Ammirazione per la ricchezza di spettacoli che regalano emozioni e incredulità si alternano lungo il percorso, ideato da Maria Elisa Tittoni, Sergio Guarino e da Simonetta Tozzi, de “…IL FIN LA MARAVIGLIA”, la proposta che il Museo di Arti Decorative Pietro Accorsi di Torino ha scelto per festeggiare i suoi 5 anni di attività, in collaborazione con Istituzioni, musei e pinacoteche romane.
L’idea sovrana è quella di mostrare alcuni dei momenti più significativi ed affascinanti della vita pubblica di Roma barocca, da quelli più ludici o profani a quelli propriamente sacri. Più di sessanta incisioni faranno viaggiare lo spettatore tra feste, cortei funebri e cerimonie ed eventi, avvicinandolo ai costumi dell’epoca, ai suoi mezzi di locomozione (quali le carrozze) e… a personaggi importanti quali gli ambasciatori. Ogni opera è una favola per noi oggi, dal sapore sfumato, forse un po’ lontano o sognato ma che riporta la mente a qualcosa di caro, lucente e prezioso. Forse avremmo potuto, in un’altra vita, esser presenti all’evento della Chinea, quando il Re di Spagna donò al Pontefice una mula bianca come atto di sudditanza feudale.
Incisioni si alternano a dipinti di importanti avvenimenti (il Ritorno delle Mozzatore di Giovanni Reder), a ritratti (il Ritratto di Gerolama Santacroce Conti come Vanitas di Pompeo Girolamo Batoni) e a disegni (l’Apertura della Porta Santa di Giovanni Paolo Panini). Non mancano le riproduzioni dei costumi, quali testimoni della moda e degli usi della Roma dell’epoca.
Alcune delle opere più importanti esposte a Palazzo Accorsi in questo viaggio nella meraviglia sono di seguito brevemente indicate.
La girandola era in assoluto lo spettacolo romano più amato, popolare e atteso. “Deve il suo nome al turbinio di eruzioni di razzi che lanciati in aria formano la sagoma di un grande ventaglio di fuoco che si irradiava dalla sommità del castello” fin a rischiarare la notte. Castel Sant’Angelo veniva spesso usato per festività che raccoglievano tanti spettatori, di modo che tutti potessero godere della vista dello spettacolo.
(Simonetta Tozzi, «Incisioni barocche di feste e avvenimenti», Gangemi Editore, 2002, p. 225)
Appartenne alla famiglia Braschi e, dal 1954, fa parte delle collezioni del Museo di Roma.
Questa portantina ha una ricca decorazione dorata a piccoli ferri, mentre all’interno è impreziosita di una seta rossa di pregevole fattura. La decorazione esterna molto esuberante e la precisione che rivela l’esecuzione sono conseguenza sia dell’importanza della committenza sia della moda dell’epoca, tardo settecento, in cui predominano ancora i “capricci” del Rococò.
Pompeo Girolamo Batoni si formò inizialmente a Lucca, presso il padre orafo e presso i pittori Giovanni Domenico Brughieri e Giovanni Domenico Lombardi. Trasferitosi a Roma nel 1727, frequentò la scuola di Sebastiano Conca e gli studi di Agostino Masucci e dell’Imperiali. Lavorò nel contempo come pittore di figura in collaborazione con i più noti paesaggisti e vedutisti romani del tempo. In seguito produsse soggetti a tema mitologico e composizioni allegoriche, diventando famoso per i ritratti dell’aristocrazia europea.
Il ritratto rappresenta la dama allo specchio ed è un’opera unica nella sua produzione sia per formato che per soggetto. L’atteggiamento della donna è provocante e richiama l’allegoria della Vanitas: è ritratta seduta davanti allo specchio, mentre scioglie il nastro della mantellina con la mano sinistra e mostra una collana di perle nella mano destra, la candela è spenta nella bugia, il piano della toeletta è una tavola di legno consunto dal tempo.
Il catalogo della mostra (Omega Editore) è composto di saggi introduttivi sulle collezioni del Museo di Roma e sulle varie sezioni della mostra. Il libro comprende inoltre tavole a colori delle opere esposte e le relative schede storico-artistiche.
Come sempre vengono organizzati degli eventi paralleli alla mostra. l programma del Museo Accorsi prevede infatti percorsi di approfondimento, conferenze, laboratori didattici, letture di poesie e prose del Sei e Settecento, concerti, nonché itinerari culturali in collaborazione con altre Istituzioni piemontesi, allo scopo di confrontare il barocco romano con quello piemontese, non solo attraverso gli oggetti della mostra e della nostra collezione, ma anche attraverso eventi ispirati al tema dell’esposizione” (Alberto Cottino).
“…Il fin la maraviglia”
Splendori di corte e scena urbana tra Sei e Settecento dalle Collezioni del Museo di Roma
25 marzo – 3 luglio 2005
Museo di Arti Decorative Fondazione Pietro Accorsi – Torino, via Po 55
Orario: da martedì a domenica ore 10.00-20.00; giovedì ore 10.00-23.00; lunedì chiuso
Ingresso: Museo + Mostra: € 8,00 – ridotto € 6,50 – Solo Mostra: € 6,50 – ridotto € 5,00
Informazioni e prenotazioni: tel. 011.812.91.16
di Cinzia Modena