Il Comune blocca la Juve
Aprile 9, 2002 in Sport da Roberto Grossi
La Lega calcio avrà anche dato il suo assenso al trasferimento della Juve fuori Torino per il tempo necessario a ristrutturare (rifare?) il Delle Alpi (tempo stimato dai 12 ai 18 mesi), ma l’aria di Palazzo Civico si è fatta subito pesante. Così pesante da indurre ieri l’assessore allo sport Renato Montabone a rilasciare parole molto dure verso la società bianconera e il momentaneo trasloco fuori città di Del Piero e compagni.
“La Juve non si muoverà da Torino”, è stato il commento dell’assessore, “bisogna tutelare anche gli interessi del club granata e non è possibile tenere chiuso lo stadio per 12/18 mesi a causa dei lavori. Se vuole, la dirigenza bianconera ha tre mesi di tempo per eseguire le modifiche alla struttura”.
Il braccio di ferro tra Comune e corso Galileo Ferraris, che sembrava in un primo momento avviato a soluzione, è quindi ben lungi dall’essere risolto e comporterà altre lacrime e sangue.
I dirigenti juventini però tirano dritto, affatto spaventati dalla prospettiva di nuove polemiche, e a conferma della linea politica ormai adottata (e che non prevede ripensamenti), hanno deciso di istituire nel sito internet ufficiale della società un sondaggio per scoprire le preferenze dei tifosi in merito alla città che dovrà ospitare le partite della Juve nel periodo dei lavori.
Nel tardo pomeriggio Monza era nettamente al comando con quasi il 40% dei voti totali, davanti alle altre tre ‘candidate’: Reggio Emilia (27%), Cesena (21%) e il fanalino di coda Piacenza (11%).
A detta di Antonio Giraudo, amministratore delegato in scadenza di contratto, i supporters della Vecchia Signora accetterebbero ben volentieri un anno di esilio fuori regione pur di riuscire finalmente ad ottenere un impianto ‘all’inglese’, solo ed esclusivamente dedicato al calcio. Lo stesso concetto è stato ripreso ieri in sala stampa da Gianluca Pessotto: “In questi anni i nostri tifosi hanno sofferto molto la lontananza dal terreno di gioco e la scarsa visibilità del Delle Alpi. Ora finalmente avranno la possibilità di vedere al meglio la partita, anche se per il tempo necessario ai lavori dovremo emigrare fuori città. Questo comporterà alcuni problemi, soprattutto logistici, ma il gioco vale la candela. Speriamo comunque di giocare il più vicino possibile a Torino. La mia preferenza? Tra le quattro proposte direi Monza per il terreno di gioco e Reggio Emilia per la struttura complessiva. A livello internazionale invece adoro gli stadi del Manchester, quello di Glasgow e dell’Arsenal, mentre in Italia San Siro e Marassi non hanno paragoni. Tutti impianti che ti riconciliano con il calcio”.
Problema stadio a parte, restano da giocare quattro giornate di un campionato che dopo la sconfitta dell’Inter si è nuovamente riaperto: “Temevo la partita di Perugia – continua Pessotto -, invece abbiamo vinto alla grande e ora siamo nuovamente in corsa per lo scudetto. Ammetto che non ci speravamo più, invece gli ultimi risultati hanno confermato che il torneo italiano è veramente imprevedibile e tutto può accadere”.
Il ‘professore’ ha ben chiaro cosa dovrà fare la Juve: “Sarà importante vedere se Inter e Roma risentiranno psicologicamente degli ultimi risultati negativi. Noi dovremo essere bravi a sfruttare eventuali altri loro errori senza guardare al calendario, che, come insegna Venezia-Roma, non conta nulla. Rimpianti? Solo chi vincerà lo scudetto non ne avrà. Tutte le squadre hanno infatti da rimpiangere qualche punto perso malamente nel corso del torneo”.
di Roberto Grossi