Il cineforum del Dottor Freud

Aprile 12, 2004 in Libri da Stefano Mola

Titolo: Ignazio Senatore
Autore: Il cineforum del Dottor Freud
Casa editrice: Centro Scientifico Editore
Prezzo: € 14.50
Pagine: 240

Il cineforum del Dottor FreudEsiste ancora la verginità? No, non quella che pensate voi, e viene in mente per associazione spontanea con il Freud del titolo, e quindi il sesso, e quindi eccetera. Niente fondamentalismi o integralismi, o imprigionanti parole collettive. Per introdurre questo libro, vogliamo brevemente interrogarci su un’altra forma di verginità: quella dello sguardo.

È ancora possibile accostarsi a un’immagine come potrebbe fare una macchina fotografica, inconsapevoli? O come forse potevano fare gli antichi solcando i mari, e vedendo profilarsi all’orizzonte una striscia di terra, senza avere ancora in testa un nome, una lingua? Voglio dire, se andiamo a New York, è impossibile non avere già dentro la testa e il cuore una nostra New York, avendola vista al telegiornale, per averne letto nei libri, per averla vista filmata decine di volte anche solo da Woody Allen (e per tacere di tutti gli altri).

Le immagini che entrano nei nostri occhi cozzano immediatamente e dialetticamente con tutto l’archivio che continuamente aggiorniamo, anche inconsapevolmente. Non è una lamentela, è un fatto. Probabilmente non ha neanche senso farsi questa domanda. È nella natura stessa della cultura procedere per accostamenti, e quindi nella natura stessa del comprendere.

Ma le immagini sono soltanto una parte della questione. Nel cinema, che ne è il nostro principale fornitore, le immagini si succedono una dopo l’altra a comporre delle storie. E le storie sono uno dei principali mezzi con cui cerchiamo di organizzare il significato del mondo. Sotto la nostra pelle, sono sempre lì, in agguato, delle domande fondamentali. Cose del tipo: cosa ci sto facendo qui? Che senso hanno le cose che sto vivendo? Sto facendo la cosa giusta?

Il cinema, oltre ad essere un grande serbatoio di immagini, è un’immensa cantina di storie e di modelli, con cui è impossibile non fare i conti. Vogliamo delle storie d’amore per consolarci delle nostre, per capire meglio le nostre, per sognarne altre diverse dalle nostre, per desiderare volti e corpi diversi dai nostri. E per mille altri motivi ancora. Al cinema troviamo dei modelli con cui confrontare il nostro giorno per giorno. Non possiamo farne a meno. Dunque, anche per le cose che viviamo ogni giorno, è difficile viverle con verginità, senza avere dei modelli e dei riferimenti a fianco.

È quindi molto azzeccato vedere il cinema come una grande seduta psicoanalitica collettiva. Ogni film, è in un certo senso anche un viaggio dentro noi stessi. Il libro scritto da Ignazio Senatore, psichiatra e psicoterapeuta, ci accompagna. Nella prima parte, suddivide i film secondo i grandi temi della nostra vita: il cinema e l’analfabetismo affettivo, il cinema e la ricerca dell’identità, il cinema e le stanze dell’anima… e per ognuna di queste categorie riporta la descrizione di alcuni titoli rappresentativi, riportandone la trama, gli interpreti, i dialoghi più significativi, ne evidenzia il rapporto con il tema. La seconda parte è invece dedicata al rapporto tra cinema e psiche, con una serie di percorsi bibliografici, interviste a registi, citazioni.

Il volume sarà presentato Giovedì 15, al Cinema Massimo, alle ore 21. Interverranno, oltre all’autore, Stefano Della Casa e Piera Maria Furlan. Seguirà, fino ad esaurimento dei posti disponibili, la proiezione del film di Claude Sautet “Un cuore in inverno”.

di Stefano Mola