Il Calapranzi di Pinter al Teatro Erba

Aprile 11, 2008 in Spettacoli da Redazione

Due killer attendono il nome della loro prossima vittima. Ma sono all’oscuro di tutto. Quando arriverà e in che modo?

Il Calapranzi. Piero Nuti Ci sono degli spettacoli che non si possono raccontare. Si devono vedere.

E “Il Calapranzi” di Pinter offre quel carico emotivo, quella disposizione intelligente della messa in scena e, soprattutto, quel finale così sorprendente che non è possibile narrarlo senza rovinare lo spettacolo.

Ritorna sul palco del Teatro Erba Il Calapranzi per la Regia di Rocco Cesareo, dopo il successo della stagione precedente. Nella parte dei due protagonisti Adriana Innocenti e Piero Nuti, compagni nella scena e nella vita, in un’interpretazione che coglie gli aspetti più contraddittori e diversificati della piéce.

Il contesto è presto detto. Due killer sono soli in una camera d’albergo, e attendono. Aspettano che venga loro comunicato il nome della prossima vittima. Non sanno in che modo giungerà l’informazione, né quando, sanno solo che devono fidarsi e tenersi pronti. L’attesa rende uno dei due, Gus, inquieto e propenso al rimorso, loquace a dismisura, pieno di dubbi. Ben invece è sereno e determinato, come una macchina destinata alla guerra. Ma l’attesa dura poco perché ben presto arrivano ordini dall’alto, stranissimi e privi di senso, attraverso un calapranzi. Uno di quei piccoli ascensori utilizzati negli alberghi e nelle biblioteche per spostare piccoli oggetti. Le informazioni si fanno incalzanti e l’ultimo biglietto sarà quello decisivo.

Il finale è sconcertante. Accentuato e amplificato dalla scelta degli autori di renderlo particolarmente incisivo, scelta che è anche frutto di conversazioni dirette con Pinter.

A metà strada fra il teatro di Beckett (a chi non può venire in mente Aspettando Godot?) e i racconti di Kafka, autori a cui peraltro Pinter si ispira, “Il Calapranzi” è un’opera complessa, solo in parte alleggerita da un linguaggio scorrevole. Le conversazioni fra Ben e Gus, amabilmente svolte da Nuti e Innocenti, sono di una vitalità fuori discussione.

Adriana Innocenti è bravissima nel rendere tutte le sfumature del suo Gus, passando dal buffo al tenero, dal malinconico al minaccioso, quando prende in mano una pistola. “Credi che lui ci chiamerà? E se lui non venisse?” è uno dei suoi dubbi più assillanti.

E Piero Nuti, anche se si schernisce: “Non potremmo mai essere dei veri killer”, è veramente inquietante quando indurisce l’espressione e il baffo in un’espressione crudele.

Sentirli chiacchierare fra di loro in scena, abbigliati da criminali, è come sorprenderli in un flusso che lentamente lo spettatore ricostruisce. Il tenore del linguaggio, la sintassi, gli argomenti di conversazione sono quelli che si potrebbero trovare in una casa qualsiasi in un giorno qualunque. Quasi banale, fatto di cose ovvie. Eppure quante complessità sottintende, anche nei fondamentali e lunghi silenzi.

Anche la scenografia, nella sua semplicità, è dettagliata, rifinita nei particolari. Sembra un messaggio: la quotidianità non è meno difficile da sorprendere di una giornata particolare in un ambiente splendido.

Scritto negli anni cinquanta (1957), ma portato in scena per la prima volta nel 1960, The Dumb Waiter prende spunto da un fatto vero. O meglio da una confessione vera, di chi durante il processo di Norimberga disse: “Io mi limitavo a prendere degli ordini dall’alto”. In effetti è proprio quello che succede ai due killer, solo che qui l’ironia agghiacciante vuole che l’alto è il basso sia rappresentato da un portavivande.

In generale, tutto il testo è percorso da eventi incongruenti, sbagliati, assurdi e, ovviamente, senza soluzione. E risolverli non servirebbe comunque a niente. Perché i fiammiferi in una busta, ad esempio? O, perché la luce ogni tanto si interrompe?

Ma soprattutto: “Credi che lui ci chiamerà? E se lui non venisse?”.

IL CALAPRANZI

di Harold Pinter

Regia: Rocco Cesareo

Scena: Ottavia Cofano

Traduzione: Alessandra Serra

Musiche: Mauro Bouvet

Protagonisti:

Adriana Innocenti e Piero Nuti

Dall’8 al 13 aprile al Teatro Erba (Torino, c. Moncalieri 241),

Dal martedì al sabato ore 21; domenica ore 16.

Recite scolastiche su prenotazione (tel. 011.6615447 – fax 011.6615415).

Informazioni e prenotazioni:

Biglietterie Torino Spettacoli

TEATRO ERBA, c. Moncalieri 241 – tel 011/6615447

TEATRO GIOIELLO, v. Colombo 31 Torino – tel. 011/5805768

TEATRO ALFIERI, P.za Solferino, 4 – tel. 011/562.38.00 – www.torinospettacoli.it

di Davide Greco