Idi di Marzo
Novembre 24, 2009 in Libri da Barbara Novarese
Titolo: | Idi di Marzo |
Autore: | Valerio Massimo Manfredi |
Casa editrice: | Mondadori |
Prezzo: | € 18,60 |
Pagine: | 259 |
Uccidere. Perché? Denaro, potere, gelosia, vendetta e piacere: cinque cause che la storia dell’umanità si trascina come un fardello, fin dai tempi di cui l’uomo ha memoria.Guerre, congiure, attentati detengono il primato assoluto sui libri di testo poiché non l’amore ma l’odio, non la condivisione ma l’egoismo furono i sentimenti sui cui si fondarono i pilastri del mondo e rappresentano ancora oggi l’unità di misura con cui ci spartiamo le terre del nostro microscopico pianeta.
L’amore fu cantato dai poeti, osservando la luna con occhi languidi; le battaglie furono, invece, combattute da giovani figli attirati dall’illusione che la gloria serbasse il segreto dell’immortalità ma, ignari che il loro sangue si sarebbe mescolato a quello del nemico, non ottennero né gloria né sepoltura. Tra i tanti, ci fu un episodio, ricordato per la grandezza dei suoi personaggi e per i fatti che da esso scaturirono. Un evento che forse cambiò le sorti del mondo o, forse, fu la sorte stessa ad impugnare il coltello che trafisse il cuore del grande Cesare affinché si potesse compiere ciò che era scritto.
Qualunque siano state le azioni divine, furono accompagnate da azioni umane che Valerio Massimo Manfredi è riuscito a raccontarci con ricchezza di dettagli e sentimenti, donandoci un assaggio di ciò che accadde nel backstage di una delle più antiche tragedie annunciate. Un connubio tra vicende e psicologia, i cui protagonisti si ritagliano ampi spazi di manovra e cessano di essere semplici nomi senza volto. Emergono le paure dell’anima, i dubbi dello spirito, la vulnerabilità del corpo che la storia gli sottrae, confinandoli tra anonimi paragrafi evidenziati in giallo fluorescente da studenti indifferenti.
Il coltello lacera le vesti, oltrepassa l’epidermide e sprofonda nel corpo indifeso provocando fitte di dolore che si mescolano al terrore di una sentenza di morte in corso d’esecuzione. Ad ogni coltellata il dolore si reitera, aumenta d’intensità tra la consapevolezza di una morte certa e la percezione di freddo che avvolge ogni cosa; tuttavia la mente non si arrende e cerca in ogni mano che si avvicina la possibile salvezza, trovando invece una nuova e lacerante sofferenza… per 23 volte. E così che la fine di Gaio Giulio Cesare si riscatta dal noioso e petulante ripetersi di una meccanica spiegazione che ha come obiettivo la promozione di fine anno L’uomo rientra nel suo corpo mortale e, anziché svanire alla pagina successiva, termina la vita ritornando alla terra che lo ha generato.
Ma cosa accadde davvero nei giorni precedenti la sua morte? Chi gli fu fedele, chi lo tradì, chi resto immobile a guardare mentre si compiva il destino del pontefice massimo? Le “Idi di Marzo” non inventa, piuttosto ipotizza; dà voce ai silenziosi buchi che la storia non riesce a colmare, stimola il lettore a porsi dei quesiti trasmettendogli la stessa curiosità che smuove la mente degli studiosi di storia ed archeologia.
Sezioni dense di autentici reperti storici si leggono con lo stesso interesse dei dialoghi tra i congiurati. Nonostante gli eventi siano noti, si freme dal desiderio di leggere ciò che accadrà e fino all’ultimo istante si alimenta la strana speranza che Cesare possa salvarsi… almeno una volta.
di Barbara Novarese