Harry ti presento Sally
Dicembre 9, 2007 in Cinema da Redazione
Uomini e donne possono essere amici?
Per quanto sia strano a dirsi, amore e amicizia non legano spesso insieme. Tutti noi cerchiamo un compagno (o una compagna) che possa completarci e con cui potere parlare proprio di tutto, ma nessuno penserebbe ad una relazione con il suo migliore amico. Difficile da spiegare. Come se l’amico non possedesse una sessualità, quasi fosse un cartone animato. In qualche caso, può un’amicizia decennale nel grande amore della nostra vita? Nella realtà non lo so, ma nel campo cinematografico l’esempio per eccellenza è rappresentato da Harry e Sally. Harry e Sally, incontratosi mille volte nell’arco di dieci anni e odiatosi sempre più, senza motivi ben precisi. Eppure, durante il loro primo viaggio per New York, gli argomenti e la sintonia sembrano non mancare. Si aprono molto sinceramente, litigando e dissertando su Casablanca, l’essere negativi e mille altri discorsi. La fiamma non si accende e si salutano, pronti ad affrontare un’esistenza diversa, cercando ciascuno il proprio compagno di vita.
Dopo qualche anno si ritrovano su un aereo, lei fidanzata da un mese e lui in procinto di sposarsi. Ma, si sa, non è la felicità a legare le persone, ed anche quest’incontro non frutta. E’ dopo qualche anno ancora, quando lei soffre per amore e lui è stato lasciato dalla moglie, che scatta la scintilla. La depressione, la malinconia, l’inadeguatezza. Queste sono le condizioni che rendono possibile la comunicazione profonda con uno sconosciuto. Così, Harry e Sally diventano finalmente amici. Parlano dei loro rapporti antichi, di quello che li ha fatti finire, dei nuovi appuntamenti disastrosi, delle paure più radicate. Consigliandosi a vicenda, supportandosi. In cuor loro sanno di essere innamorati. Se ne rendono conto durante il ballo di fine anno. Ne sono stupiti e talmente spaventati da voler fare finta di nulla. L’uomo non ama essere felice o (come dice Jesse,l’amico di Harry) ne ha paura. Quindi il tempo passa e nessuno compie il primo passo, fino a quando l’ex di Sally decide di ammogliarsi. Sally è disperata e, in piena notte, chiama l’amico, che corre subito a casa sua. Lacrime, parole consolatrici, bacini per colmare quel qualcosa che non c’è. E l’attimo è complice. Finalmente i due fanno l’amore.
Ribadiamolo, gli uomini hanno paura d’essere felici. Harry se la dà a gambe. Si dà inizio così a un tira e molla, un corri e fuggi, tra Sally che vuole dimenticarlo e lui che non può fare a meno di lei. Finalmente, la notte di capodanno (con sottofondo un brano dolcissimo che più o meno canta: “Dovunque io vada, qualsiasi cosa faccia, dovevi essere tu”) Harry si rende conto della sua stupidità. Cammina per le strade deserte, disperato e, ad un tratto, ecco la voglia di gridare, di vederla, di sposarla. Corre, perché quando ci si rende conto di volere trascorrere il resto della propria vita con una persona, si vuole che il “resto della vita” sia prima possibile. A nulla serve il rancore di Sally, perché la ama quando sente freddo anche se fuori ci sono quaranta gradi, quando ci mette un’ora per ordinare al ristorante, quando lo guarda come se fosse pazzo e si forma quella ruga al centro della fronte. Gli piace quando, dopo una giornata trascorsa con lei, rimane il suo profumo sui pullover ed è felice quando l’ultima voce che sente prima di addormentarsi è la sua. E, come in ogni commedia romantica che si rispetti, il lieto fine arriva, sospirato e atteso.
Rob Reiner, regista di poco conto (chiaramente è solo un punto di vista), questa volta colpisce pienamente il bersaglio. Riesce a divertire, commuovere, riflettere ed a inserire un piccolo grande omaggio a “Casablanca”,uno dei capostipiti del genere romantico (anche se trovo limitante definirlo in tal modo). Ha momenti indimenticabili, dei piccoli gioielli, inserendo nella commedia moderna frammenti e stili di quella classica anni ’50. Esempio evidente è la telefonata a quattro, con lo schermo diviso in tre parti. La commedia, di solito, pecca di stereotipi. La donna romantica e l’uomo cinico (o viceversa), senza altre caratteristiche. Qui invece sembra di assistere alla storia d’amore di due amici, amici che si conoscono bene e che hanno cento difetti e mille pregi. Harry è depresso, cinico, amante dell’amore ma incredulo di trovarlo. Infondo lo sa che tutto è un inganno, che prima o poi si arriva alla conclusione dei momenti felici. Sally è esattamente l’opposto. Solare, positiva. Ma, anche se non vuole ammetterlo, altrettanto depressa. Trascorre le notti insonni, guardando film in spagnolo. Sì, d’accordo: è un’inesattezza. In realtà questo è Harry. Ma, cosa credete, Sally semplicemente non vuole ammetterlo. Sta attenta a non farsi vedere, tutto qui.
Dulcis in fundo, troviamo dei dialoghi profondi, con spessore, vivi. Sempre più rari, di commedia in commedia. Senza dimenticare la musica, perfettamente integrata, che ci suggerisce le varie scene, raccontandole.
Si può infine affermare che sia l’unica pellicola degna di nota anche per Meg Ryan. Attrice mediocre, prima ferma nello stesso ruolo per decine di film, ora pronta al riscatto con parti trasgressive (riscatto impossibile: non sa recitare), in “Harry ti presento Sally” è davvero perfetta. Forse complice il duetto con Billy Cristal, qui in stato di grazia. Il film è una gioia per gli occhi anche grazie (o forse è giusto dire soprattutto grazie) alla sincronia dei due attori. Non sembrano veramente recitare, ma vivere sulla propria pelle la loro avventura. Infine non posso tralasciare la fotografia e i costumi, che segnano con evidenza il trascorrere del tempo.
Un film da vedere e rivedere, imparando le battute a memoria.
Ma, dopo tutto questo, il quesito rimane: uomini e donne possono essere soltanto amici?
di Alice Suella