Guttuso – Capolavori dai musei
Maggio 5, 2005 in Arte da Barbara Novarese
Renato Guttuso nasce il 26 Dicembre del 1911 a Bagheria in provincia di Palermo. La città influenza intensamente la sua formazione pittorica, e gli metterà a disposizione le immagini più belle come fonte d’ispirazione durante tutto il percorso artistico. La Sicilia è terra di sentimenti contrastanti, di meraviglie e d’oltraggi; è una terra che nutre il figlio-pittore tra i lamenti della gente che desidera riscuotersi dal ruolo di anello più debole della società.
Il padre, dilettante di pittura ad acquarello, asseconda il contatto del figlio con il mondo della pittura: tra gli acquarelli di mio padre, lo studio di Domenico Quattrociocchi, e la bottega del pittore di carri Emilio Murdolo prendeva forma la mia strada avevo sei, sette, dieci anni…
Appena tredicenne, incomincia a firmare i propri lavori che consistono in tavolette rappresentanti copia di paesaggisti siciliani dell’ottocento.
Stringe rapporti d’amicizia con Sciascia, Moravia, Montale, Quasimodo, Manzù, Mafai, Pirandello, Cagli, Ziveri, Carlo Levi, Sapegno, Pavese e soprattutto Pablo Picasso, di cui studia le figure del periodo post-cubista accentuandone l’ingegno polemico verso le questioni sociali. E sarà proprio il suo stile d’interpretazione delle problematiche collettive, a far di Guttuso uno degli attori fondamentali nell’evoluzione del realismo pittorico italiano.
Guttuso ricerca un linguaggio nuovo per rappresentare i drammi quotidiani della povera gente, un linguaggio accessibile a tutti e, nello stesso tempo, capace di esprimere fino in fondo il disagio del tempo.
Tra le opere esposte a Palazzo Bricherasio, la Crocefissione (Crocifissione, 1940-41.
Olio su tela, 200×200 cm.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
(donazione dell’Artista) ) è considerata la sua opera più famosa ed uno dei quadri più significativi del Novecento.
Dovrò dipingere un quadro su commissione: due metri per due. È una faccenda combinata da Cairola. Il committente vuole una crocifissione da mettere in capo al letto. Come farà a tenere sospesa sui suoi sonni la scena di un supplizio? Questo è tempo di guerra: Abíssinia, gas, forche, decapitazioni. Spagna, altrove. Voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi. Non certo nel senso che Cristo muore ogni giorno sulla croce per i nostri peccati.. ma come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere supplizio per le loro idee… le croci (le forche) alzate dentro una stanza. I soldati e i cani le donne scarmigliate, discinte, piangenti al lume di candela (la candela di Guernica?). Gente che entra ed esce… oppure puntare al contrasto. Il supplizio tra il popolo con giocolieri e soldati. – Circo e massacro dice Guttuso.
Nell’autunno del 1942 suscitò scandalo e il Vaticano proibì ai religiosi di guardare l’opera poiché offensiva nei confronti della religione.
Considerata insostenibile la provocazione della Maddalena nuda, protesa ad asciugare le lacrime di Gesù, il drappo rosso, gli energici pugni chiusi dei tre uomini in croce. Qualcuno pensò, addirittura, al saluto comunista e Guttuso fu deferito al Sant’uffizio quale “pictor diabolicus”. Ma, “la Crocifissione” altro non è, che una denuncia dell’aspra condizione umana, una condanna alla violenza che l’umanità opera contro se stessa. L’epopea Cristologica, rivisitata con linee cubiste, rivela l’inquietudine dell’animo umano alla ricerca di redenzione.
L’animo umano come rappresentativo di ritrosa individualità, o come parte di un rito collettivo?
Con “La spiaggia”, Guttuso sembra rispondere “entrambi”. Non esiste, infatti, un solo attore protagonista ma, nello stesso tempo, l’attenzione si focalizza sui singoli individui. Massa di corpi al sole, folla accalcata senza spazio di movimento, eppure ogni figura mantiene la sua singolarità, forse, per ricordare che ognuno di noi è un esempio unico, con una propria storia ed una propria esperienza personale
Il quadro venne presentato alla Biennale di Venezia nel 1956.
Il volto è tutto, sulla faccia della gente c’è la storia che stiamo vivendo, l’affanno dei giorni. La portiamo incisa più dei fatti che ci accadono in presa diretta o che avvengono lontano: noi siamo la vera pellicola della realtà; e io la dipingo.
Guttuso – Capolavori dai musei
18 febbraio – 29 maggio 2005
Palazzo Bricherasio
Via Lagrange 20 10123 Torino
lunedì: 14.30 – 19.30
da martedì a domenica: 9.30 – 19.30
giovedì e sabato fino alle 22.30
di Barbara Novarese