Guarda più in alto – Chapter two

Aprile 23, 2007 in Racconti da Redazione

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QUATTRO PASSI E DUE PEZZI DI NOI

Guarda più in alto Usciamo dal palazzone che ci trattiene al telefono tutto il giorno e fuori l’aria è ancora tiepida, con il sole che punta dritto sull’orizzonte. Miranda cammina veloce. La seguo oltre una lunga scalinata di muschio e cemento fino a una vecchia macchina verniciata fresca di rosso.

“Bella.” dico cercando di spezzare attesa e silenzio.

“Vuoi fare un giro?”

Mi guardo attorno, sopra di noi solo rami che si intrecciano nel cielo:

“Stai scherzando?”

“No, ti porto in un posto fantastico.” risponde risoluta.

“Tu?”

“Si, perché?” sgrana gli occhi e sorride, ma si può incantare così?

“Perché sei qui da un mese, di te non so nulla e in ufficio si dice che tu venga da fuori e…”

Le sue mani si appoggiano sui fianchi, la schiena si piega leggermente all’indietro:

“E allora?”

“Potresti…”

“Essere una serial-killer in gonnella? Una maniaca sessuale che gira il paese tenendo in questa borsa le foto dei suoi amanti? Un’ereditiera rifatta che sogna un uomo normale? Una facile e basta?”

“Non ho detto questo ma…” la fisso semplice come il suo volto “Se mi passi le chiavi guido io. Tu devi solo portarmi.”

“Così mi piaci.”

Ciondolo un po’ la testa cercando di negare: “Anche tu.”

Fa calore sentire un vecchio motore che ruggisce, cigola e stride come quelli che da bambino ti frantumavano la testa:

“Come mai questa macchina?”

“Mi piacciono le cose di una volta…”

“Come le sciarpe.”

Miranda annuisce voltandosi verso di me:

“Questa l’ho fatta un novembre di un paio di anni fa sotto un disco di musica country sognando cavalli e polvere di deserto.”

“Caspita, vado sempre dritto?”

“Si, sono capitata da queste parti per una cosa veloce.”

“Così però non ti fai una gran pubblicità.” accelero e cerco di salire veloce sulle rampe delle colline che incrociamo “Potremmo fermarci e controllare cos’hai nel bagagliaio.”

“Un ombrello rotto, un vecchio telo mare perché fa sempre comodo e credo una pila per le emergenze.”

“Sei precisa. Come mai hai scelto un lavoro così solo per una cosa veloce?”

“Mi serve un attimo.” e dalla borsa in tela pesante estrae un portatile. Lo consulta e poi richiude il tutto.

“Tutto ok?”

“Si, volevo solo leggere un paio di messaggi.” sospira, e poi riprende “Già, sempre connessa… ma ecco, puoi fermarti qua.”

Scendiamo dall’auto che ancora scricchiola e sbuffa. Di fronte il sole e le colline a picco sul mare, alle spalle casa mia.

La storia continua…

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di Davide Nonino