Giorgia: gocce di memoria
Aprile 20, 2003 in Musica da Gino Steiner Strippoli
Quello di Ferzan Ozpetek (il regista delle Fate Ignoranti) intitolato “La finestra di fronte” è già un film di successo decretato dalla solita grande regia attraverso una storia sottovoce piena di sentimenti che non poteva non essere accompagnata da un eccellente colonna sonora edita dalla RCA BMG. Musicalità guidata da Andrea Guerra attraverso sonorità dolcissime quanto intense capaci di penetrare l’animo dell’ascoltatore. Basta ascoltare “La finestra di fronte”, brano che da l’apertura alla colonna sonora, per rendersi conto del pathos musicale creato da questo bravo compositore, che si è avvalso della National Orchestra di Londra, che è tutto un dire!
Ma la vera perla di questo “racconto sonoro” è la straordinaria voce di Giorgia. L’artista romana esegue con assoluta delizia vocale “Gocce di memoria”, un testo scritto da lei stessa sulle note del tema principale del film. Un testo che coniugato alla musica di Guerra porta una sintesi poetica del significato più profondo del film. Non è una sorpresa la bravura di Giorgia ma ancora una volta è la dimostrazione che l’artista da il massimo della professionalità, ogni volta che viene chiamata a cantare.
E’ lo stesso Ozpetek a dirci: ”Ho fatto vedere a Giorgia degli spezzoni, lei è entrata subito nell’atmosfera del film e ha scritto non una canzone ma “la” canzone del film. Giorgia è entrata a far parte del mio mondo, e io ho guadagnato non solo una voce e un talento straordinari, ma una persona che oggi fa parte della mia vita.”
In questa colonna sonora c’è anche “Ma che freddo fa” di Nada. “Si, è la prima canzone che ascoltai quando venni in Italia a 17 anni, nel 1970, mi piaceva tantissimo tanto che riuscivo ad ascoltarla anche trenta volte di seguito.”
La colonna sonora contiene anche la popolare “Historia de un amor”, cantata da Pineda Guadalupe, regina del nuovo bolero, e anche due brani della cantante turca Sezen Aksu, considerata la Mina del Bosforo.
Certo complimento migliore, quello di Ozpetek, non poteva ricevere la nostra cantante, ma questo è il risultato dell’amore che Giorgia nutre, da sempre, per la musica, un amore viscerale che da quando ha cominciato a studiare canto con il tenore Luigi Rumbo le ha portato dischi, concerti e collaborazioni prestigiose.
Giorgia ha realizzato un grande sogno di molti giovani cantanti, che per lei si è tramutato in realtà
Ti ritrovi parte di un sogno, parte di quelle forme a cui solo la magia della musica può dare senso.
Ma quanto è emozionante l’attesa di un concerto, di un pubblico nuovo?
Aspetto di arrivare, di vedere chi ci sarà al concerto, di stupirmi ogni volta che qualcuno mi ascolta, aspetto l’ansia di piacere, la paura di non piacere, tesa verso la libertà di cantare.
Questo ti accade in ogni città, quando incontri il tuo pubblico, quando non sai ancora se il concerto andrà bene, e le tensioni salgono.
Aspetto ogni sera, diversa come la città, le facce della gente, ogni persona con la sua realtà e cercare il proprio canto. Quindi dirò grazie ad ogni sospiro, ad un fischio, sorriderò per uno sbaglio, e m’incazzerò se non sentirò quello che voglio.
C’è una critica che ti perseguita e che trovi ingiusta?
Si ed è sempre la solita e che sono troppo brava da risultare fredda! Però quando canto in concerto vedo molte persone emozionarsi con le lacrime agli occhi.
Un ricordo della tua infanzia legata alla musica?
Da piccola cantavo di nascosto di mio padre (anche lui cantante) che in casa ascoltava quasi solo musica statunitense e inglese. Ma non pensavo che cantare sarebbe diventato il mio lavoro.
di Gino Steiner Strippoli