Genio all’opera
Gennaio 7, 2005 in il Traspiratore da Redazione
“Pensavo di scrivere una breve monografia su John Landis”
“Ah! E chi è?” mi chiede con voce dubbiosa la mia giovane e splendida vicina di scrivania.
“Il regista di Animal House e The Blues Brothers” rispondo io, con voce leggermente annoiata e saccente.
“Grande!” chiosa lei, con entusiasmo.
Grande?? La faccenda si fa interessante… i film in questione sono di fine anni ‘70, eppure lei li conosce perfettamente. Comunque io amo John Landis anche per altri titoli, meno di successo, ma altrettanto magici… Come far stare in 1000 parole dei “Must See Movies” su un regista che ha fatto centro quasi ogni volta che ha firmato un titolo? Sembrerebbe una Mission Impossible, ma non facciamo confusione… e proviamo a parlare delle pellicole, magari a due a due, partendo dai titoli citati.
“Animal House” (1978) e “The Blues Brothers” (1980) sono rispettivamente il terzo ed il quarto lavoro di un giovane John Landis, che, nato a Chicago nel 1950, dal 1966 ha lavorato nel cinema facendo di tutto, dal fattorino allo stuntman. Sono oggi disponibili in DVD a prezzi interessanti (rispettivamente 11,90 e 18,99 €) e soprattutto sono commedie (alias, film comici) che reggono molto bene anche la seconda, terza, quarta, quinta visione… Contengono, tra l’altro, il lancio e l’apoteosi dell’immenso John Belushi e di parecchi altri attori che hanno poi spopolato negli anni ‘80. Su tutti Tom Hulce (Amadeus) e Karen Allen, compagna del primo Indiana Jones ne “I predatori dell’arca perduta”. Da segnalare il fatto che la colonna sonora dei “Blues Brothers” fu originariamente rifiutata dalla Universal perché “l’avrebbero comprata solo i neri”. Sic!! Indispensabili.
“Una poltrona per due” (1983) e “Il principe cerca moglie” (1988) sono la coppia di grandi successi in cui il giovane Eddie Murphy ha probabilmente dato il meglio di sé in veste di attore di “comedy”. In questo caso mi prendo ben guardia dal tradurre “comedy” con “film comico”, preferendo far riferimento alla “commedia” Hollywoodiana, che negli anni ‘30-‘60 ha regalato capolavori indimenticabili e che sembra esser così difficile da trovare dal ‘70 in poi. Esilarante il “cammeo” di Ralph Bellamy e Don Ameche ne “Il Principe cerca moglie”, dove ricevono in regalo da Eddie Murphy un pacchetto di dollari con i quali “possono ricominciare”, dopo essere finiti in rovina ne “Una poltrona per due”. I DVD sono disponibili rispettivamente a 22,99 e 9,90 €. Classici.
Tutto in una notte (1985) è uno di quei film strani di cui John Landis è maestro. Ricordo bene di essere uscito profondamente deluso dalla proiezione, nonostante una splendida Michelle Pfeiffer, non ancora star mondiale, ed i perfetti meccanismi della trama. Una seconda visione, seguita da una terza, lo hanno invece trasformato in uno dei miei titoli preferiti. Il film rifugge da una catalogazione di genere, come molta della produzione di Landis. Se proprio volete, potete considerarlo una thriller-comedy, come solo Hitchcock aveva saputo fare. La pellicola è intrisa di una particolare “leggerezza” che si percepisce meglio rivedendo il tutto, lasciandosi guidare in questo viaggio notturno, sospeso tra l’inverosimile ed il sogno, dalla magica chitarra di BB King. DVD a 9,90 €. Magico.
Amore all’ultimo morso (1992) è ancora un film di non-genere. Anche se la splendida Anne Parillaud è una vampira francese emigrata in America e la pellicola contiene tutti gli elementi del gangster-movie sulla mafia italo-americana, forse è principalmente una commedia romantica. Insomma… l’esempio perfetto di come il genio rompa le barriere del “genere” e, attraverso un grandissimo amore per il cinema, possa creare un film estremamente gradevole, capace di stupire ad ogni scena, pur contenendo una citazione, o meglio un omaggio, dietro l’altro. Disponibile solo in VHS. Coinvolgente.
Un lupo mannaro americano a Londra (1981) è così particolare che meriterebbe una monografia a se stante e sono sicuro che venti pagine non basterebbero. Ecco, questo è un film di genere, esattamente un film horror. Non me ne vogliano gli appassionati, ma è un film horror intelligente, il che lo differenzia dal restante 99,9% del genere stesso. Landis cerca anche la risata, ma è sempre una risata nervosa, generata dall’imbarazzo dello spettatore che non capisce mai veramente su che piano il film si stia muovendo: realtà, fantasia, sogno, allucinazione… Disponibile nella versione speciale per il 20° anniversario. Da gustare.
Tra gli altri titoli, segnalo velocemente “Ridere per ridere” (1977), gustoso patchwork di scenette scritte insieme al trio Zucker-Abrahams-Zucker, catalogabile come “proto-demenziale”, ed il video “Thriller” per l’omonimo successo di Michael Jackson, vero e proprio “corto” (di 8 minuti) assolutamente insuperato. Da notare che Thriller, allora in onda 3 volte al giorno sulla MTV americana, fu il primo clip di un cantante di colore a passare sulla rete, che fino ad allora si era limitata ai cantanti bianchi. Sembra impossibile, ma è andata così.
Il Traspiratore – Numero 51 – 52
di M. Bertola