Geneviève! Tutto è irreale fuorché l’istante!

Febbraio 6, 2003 in Spettacoli da Stefania Martini

Carissimo padre, di recente mi hai domandato perché mai sostengo di aver paura di te. Inizia così la “Lettera al padre” che Franz Kafka scrisse nel 1919 e mai consegnò.

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Ed è dalla Lettera al padre, vero e proprio manifesto di ribellione verso l’autorità, scritta dal celebre autore ceco che trae spunto il primo tempo dello spettacolo che Marina Bassani e il Teatro Selig portano in scena allo Juvarra dal 6 febbraio.

Nella Praga di inizio secolo, in un’atmosfera soffusa di dolcezza, nostalgia ed equivoca magia, Franz Kafka descrive il difficile rapporto che lo lega al padre Hermann: sente costantemente un senso di inferiorità nei suoi confronti e lo incolpa di tutti i suoi fallimenti.

[…]Già fui depresso a causa della sua corporatura massiccia. Mi ricordo, per esempio, di quando ci spogliammo insieme in una cabina. Io magro, debole, piccolo, tu forte, grande, grosso.

Già nella cabina mi sentii a disagio, infatti non solo di fronte a te, ma di fronte al mondo intero, poiché tu eri per me il modello da seguire.[…]


Accusa il padre di essere un freno per lui, di essere colui che non gli ha dato la possibilità di crescere, di vivere, di imporsi, di farsi valere.

[…] Avrei avuto bisogno di qualche incoraggiamento, di un po’ di gentilezza che mi facilitasse il cammino, mentre tu me lo sbarravi con l’intenzione, sia pure in buona fede, di farmene imboccare un altro […].

Franz non è mai riuscito a sottrarsi al potere che la personalità del padre esercitò su di lui.

E come Kafka, tutti i protagonisti delle sue opere sono schiacciati dal peso di figure ingombranti come quella di Hermann: anche Gregor Samsa, il protagonista de “La Metamorfosi”, è sottomesso alla sua famiglia. Anche a lui viene negata la possibilità di crescere, di farsi una propria vita, di diventare un vero uomo.

Ma accanto a Franz, scopriamo un personaggio altrettanto affascinante e complesso: Milena Jesenska, la grande passione di Franz. Chi è Milena? Lei è il simbolo della libertà, è la donna appassionata, è la donna che ama. Un amore fatto di profonda comprensione, in cui a un tratto Milena diventa Franz e Franz diventa Milena. Nelle parole di Milena trapela tutto il suo amore per lui. E’ un amore grandissimo che si spegne solo quando si spegne Franz. Intorno ai due protagonisti fluttua l’atmosfera di sogno, lo sfondo irreale dei racconti di Kafka.

Nel secondo tempo dello spettacolo la situazione si capovolge, grazie alle pagine scritte da Yasmina Reza: all’improvviso, nell’atmosfera malinconica e sognante irrompe l’irresistibile Samuel, un padre arzillo che dà lezioni di libertà al figlio.

La lettera al padre di Kafka, diventa una divertente lettera al figlio. Negli anni settanta, per le strade di Parigi, si aggira un certo Samuel, un padre”liberato”, un anti-padre, un padre che ha nelle vene musica e libertà, soprattutto libertà di pensiero: “Geneviève, tutto è irreale fuorché l’istante!” dirà alla vecchia amica, incontrata al mercato dei fiori.

Samuel è un padre anticonformista che ama la musica, ed è ossessionato dal culto di Beethoven e di Bach: Gilbert, suo figlio, invece è saggio e convenzionale, e, con orrore del padre, cerca la felicità ai tropici! A Mombasa!

E come si fa con un figlio così conformista e monotono? Si usa un po’ di umorismo e molta follia.

Per Samuel, amare il proprio padre significa ridere insieme, e soprattutto…… essere molto sconsiderati!

Il recital di e con Marina Bassani è accompagnato dalla voce recitante di Angelo Scarafiotti, dal violino di Lydia Cevidalli e dal violoncello di Alessandra Milesi, componenti dell’Ensemble Salomone Rossi. Scene di Massimo Voghera ed Enrica Campi, costumi di Claudia Barone.

Geneviève, tutto è irreale fuorché l’istante!

Dal 6 al 9 Febbraio, 20.45.

Teatro Juvarra, via Juvarra 15 – Torino.

Tel. 011-54.06.75. Fax 011-51.75.084

Ingresso 10 Euro – ridotto 8 Euro

di Stafania Martini