Fondazione Museo delle Antichità Egizie

Ottobre 10, 2004 in Arte da Adriana Cesarò

Fondazione Museo EgizioMercoledì 6 ottobre, presso le sale di Palazzo Reale ha avuto luogo la Cerimonia della Firma per la costituzione della “Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino” alla presenza di tutti i Fondatori: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Ministro Giuliano Urbani); La Regione Piemonte (Presidente Enzo Ghigo); La Provincia di Torino (Presidente Antonio Saitta); La Città di Torino (Sindaco Sergio Chiamparino); la Compagnia di San Paolo (Presidente Franzo Grande Stevens) e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Tra le personalità presenti Alain Elkann Con questo evento, e per la prima volta, un museo italiano diventa Fondazione. La scelta renderà possibile una gestione più efficiente e moderna. L’utilizzo dell’istituto della Fondazione e la sua organizzazione, permetteranno anche di migliorare la fruizione, da parte del pubblico del museo con le sue importante collezioni, ora non completamente esposte al pubblico, a garantirne un’adeguata conservazione. Nel nuovo modello di museo, si organizzeranno convegni, mostre ed eventi culturali. Saranno realizzate ricerche, pubblicazioni, iniziative ed attività didattiche o divulgative, anche in collaborazione con enti ed istituzioni a livello locale ed internazionale.La Fondazione, che ha durata trentennale e non a fini di lucro, perseguirà scopi di valorizzazione, promozioni, gestione e adeguamento strutturale e funzionale espositivo del Museo, dei beni culturali ricevuti o acquisiti.

Si è riconosciuta la necessità di valorizzare le straordinarie collezioni del Museo Egizio nella loro sede storica presso il Palazzo di Via Accademia delle Scienze – ha detto il Ministro Urbani – ma di recuperare contemporaneamente nuovi spazi espositivi.

I lavori preliminari per la trasformazione del Museo in Fondazione sono stati avviati dal Ministro nel 2001. Sono in programma, da parte del Ministero, i lavori necessari per il trasferimento della Galleria Sabauda, che ora occupa i piani superiori del Palazzo, nella Manica Nuova di Palazzo Reale, dove si sta ampliando il Museo di Antichità. La nascita di questa Fondazione avviene in un momento cruciale per il Piemonte e per Torino – ha espresso il Presidente Ghigo – un periodo di grandi trasformazioni sociali ed economiche che attraversando tutta la regione per catalizzarsi nel grande sforzo coagulato attorno all’evento olimpico, offre nuove e impensate opportunità di sviluppo.

L’amministrazione regionale nell’ultimo decennio ha fortemente creduto in un progetto di rinnovamento del Piemonte e in una rielaborazione dell’impostazione produttiva del suo capoluogo, investendo in quella inesauribile risorsa che sono i nostri beni culturali. Non sempre i ragionamenti sani e logici riescono a farsi strada – ha detto il Sindaco Chiamparino – questa volta è successo, almeno per quanto riguarda il punto di partenza: il che non è certamente cosa da poco. Il nuovo avvio, infatti, prende le mosse da un ente che mette insieme lo Stato, le istituzioni del territorio, le fondazioni ex bancari. Sarà questo ente a curare la ristrutturazione degli edifici dove il Museo potrà espandere i suoi spazi e il riallestimento delle collezioni in modo da non solo conservarle ma farle capire ai visitatori del terzo millennio.

Fondazione Museo EgizioIn occasione dell’istituzione della nuova Fondazione Museo delle Antichità Egizi, la Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo ha presentato il prezioso rotolo noto come “Papiro di Artemidoro”. Una testimonianza di arte e cultura e una fonte di informazioni unica dall’Egitto ellenistico. Riemerge dopo duemila anni di oblio un esemplare che ai giorni nostri non ha eguali al mondo. così ha espresso la sua soddisfazione Carlo Calmieri Presidente della Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo.

Secondo studi paleografici, dovrebbe risalire alla prima metà del I Secolo a.C. e sarebbe stato riutilizzato fino al I Secolo d.C.; presenta su entrambe le facciate testi e disegni, ma è giunto a noi, privo della parte finale e suddiviso in quattro grandi frammenti e in alcuni più piccoli. Complessivamente è lungo più di 250 cm e alto fino a 32,5 cm; forse questa dimensione insolita era stata prevista in funzione della straordinaria carta geografica che vi è disegnata su retro, il primo esemplare di questo tipo che ci sia giunto direttamente dall’antichità. Il Papiro di Artemidoro rappresenta una svolta epocale essendo in assoluto un primo esempio di cartografia intesa in senso moderno. Esso rivela di essere stato utilizzato a lungo e da più mani, un primo “cahier d’artiste” rimasto per lungo tempo in una sorta di “atelier” nel quale venivano insegnate le arti del disegno in funzione della scultura, del mosaico e di molte altre applicazioni, come si può vedere nel papiro, alcuni disegni riproducono mani, piedi, (animali sia esistenti che di fantasia) ritratti di volti umani, copie di statue. Gli studi su questo prezioso reperto, una volta approfonditi, potranno costituire un contributo illuminante su molti aspetti della scienza, della cultura e sulla storia dell’arte dell’antichità.

di Adriana Cesarò