Fiore di loto
Agosto 3, 2005 in il Traspiratore da Barbara Novarese
Ascolta il vociare della gente, che di lamenti compone la sua canzone.
Terra bruciata,
dune di sabbia infuocata,
paradiso azzurro che non vuol separarsi dalla profondità dell’oceano e…
là, in fondo, oltre alla finestra, ad esso cerca inutilmente di ritornare.
Chi li separò?
Montagne!
Titani possenti, perpetuamente protesi al cielo:
stolti, stolti come me poiché non capite, che in esso vi ergete così maestosi.
Ma quando il vento si infila tra le fronde degli alberi,
danza e rimbalza sulle tende tessute di lino,
si inchina al cospetto alle onde,
siede accanto al bimbo e lo osserva giocare…
tutto appare splendente.
Bambino mio, occhi color dell’erba, capelli color del grano,
dalla terra all’asfalto si compirà il tuo viaggio.
Niente fiori, nel giardino in primavera;
niente neve sugli alberi d’inverno,
niente fate nelle notti d’estate.
Raccogli l’ultimo fiore di loto,
poi… con l’amore che nel cuore ti resta,
zucchera l’amaro infuso:
renderà piacevole ad ogni palato,
il veleno del peccato mortale.
di B. Novarese