Festival delle Colline Torinesi

Giugno 19, 2006 in Spettacoli da Roberto Canavesi

BranciaroliTORINO – Fedele all’originario imprinting di rassegna itinerante per ville, castelli e chiese, il “Festival delle colline torinesi” ha presentato in questi giorni due appuntamenti realizzati nella splendida Villa Cimena di Castagneto Po e nell’altrettanto suggestiva cornice della Cappella dei Battù a Pecetto Torinese.

Villa Cimena ha ospitato Bussando alle porte del paradiso, il recital pavesiano ideato e diretto da Pietra Selva Nicolicchia per la Viartisti Teatro con Franco Branciaroli, in scena insieme alle brave Raffaella Tomellini ed Eloisa Perone, a tracciare un itinerario all’interno di una forma letteraria, quella che compone i Dialoghi con Leucò, di per sé già molto teatrale: Teatro ed Arte al servizio del Mito, per una ricognizione poetico-teatrale attraverso alcuni dei ventisette brevi dialoghi in cui Cesare Pavese, dando la parola a mitologiche figure dell’antichità classica, riflette su destino, religione umanità.

Saffo e Britomarti, Arianna ed Ino alcune dei mitologici personaggi che la regista Pietra Selva Nicolicchia sceglie di far parlare per una riflessione collettiva che possa spaziare dall’ineluttabilità del destino alla necessità della morte, dai dubbi sulla felicità dell’uomo alla forza di un amore universalmente inteso.

Uno spaccato del pensiero pavesiano che non si limita solo al recupero della tradizione classica, ma che si apre anche a quella dimensione contemporanea, tanto cara allo scrittore di Santo Stefano Belbo, simboleggiata dalla passione per la cultura e musica jazz, e rimarcata in scena dalle esecuzioni del sassofonista Emanuele Cisi.

Di MauroDecisamente di altro genere il primo studio sulla Cosmetica del nemico, romanzo-noir della scrittrice belga Amélie Nothomb, che Michele Di Mauro e Stefania Bertola hanno adattato e portato in scena a Pecetto Torinese: nella sala d’attesa di un aeroporto, per l’occasione immaginata come un’inquietante stanza della morte, si incontrano due sconosciuti: uno bizzarro e strampalato, dal curioso nome di Textor Texel, l’altro bello, un manager ben vestito, e dal non casuale nome di Jérôme Angust.

Un pretesto semplice, l’inizio dell’anonima conversazione, per iniziare a comporre le tessere di un inquietante e diabolico mosaico fatto di paranoiche perversioni, ossessive manie persecutorie, crudeli stupri ed efferati assassini.

Un gioco ad incastro in una struttura dialogica che sembra nata per la scena, al cui interno si riconoscono presenze ricorrenti per la scrittura della Nothomb come quella dello scocciatore, la repulsione per il cibo, l’uomo brutto che ama di un amore delirante una donna tanto bella quanto irraggiungibile, per arrivare fino alla terribile verità che ognuno uccide ciò che ama.

Sequenze dialogiche serrate, scandite dal rombo degli aerei che decollano, per un’efficace messa in scena con Michele di Mauro e Graziano Piazza diabolici nel ritrarre i due protagonisti, l’uno il doppio dell’altro, dritto e rovescio della medesima inquietante medaglia; filosofia e vita che si intersecano tra di loro per un thriller a tinte forti, con tanto di colpo di scena finale, che il pubblico ha ripagato con convinti meritati applausi.

  • Bussando alle porte del paradiso, da Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese: con Franco Branciaroli, Raffaella Tomellini ed Eloisa Perone. Regia di Pietra Selva Nicolicchia.
  • Cosmetica del nemico di Amélie Nothomb: con Michele Di Mauro, Graziano Piazza, Irene Zagrebelsky e Mariano Pirrello.

    di Roberto Canavesi