Faremo l’America

Maggio 15, 2003 in Libri da Claris

Faremo l’America di Enrico Calamai – Edizioni: Angolo Manzoni – Pag. 125, Prezzo: 8 €

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Raramente il titolo di un libro può essere così ingannevole!

Perché generalmente per America si intendono gli immensi Stati Uniti, così ampi e variegati nei paesaggi, quanto uniformi nelle regole e così privi di fantasia, nonostante gli innesti massicci di sangue italiano.

Perché le equazioni America = USA e faremo = italiani sono binomi quasi inscindibili nell’orgoglio dei nostri compaesani.

Perché nel libro si parla poco di fare e molto di distruggere.

Perché l’America che viene descritta è una nazione dell’America Latina che salta agli onori dei giornali generalmente solo per le crisi economiche o, al limite, per qualche vittoria calcistica.

Perché il plurale faremo è solo un plurale maiestatis, ed in realtà il protagonista è un uomo di eccezionale abilità diplomatica, ma soprattutto di un’umanità ed una sensibilità senza pari.

Enrico Calamai, scrittore e protagonista, è stato il console italiano in Argentina dal ’75 al ’77, quindi ha vissuto in prima persona il periodo più triste della storia argentina. Quello dei desaparecidos.

Il 24 marzo 1976 il potere in Argentina fu preso dai militari, che instaurarono una dittatura sanguinosa e repressiva. Sovversivi a migliaia si persero nel nulla, o meglio partirono per viaggi senza apparente fine, ma con un termine ben preciso e lugubre. Tra il 1976 e il 1982 furono arrestati, reclusi, torturati, violentati e spesso uccisi circa trentamila dissidenti.

Negli occhi, leggendo il libro, edito da Angolo Manzoni, avevo negli occhi il film Garage Olimpo di Marco Bechis, che racconta in tono crudo e realistico il modo di operare delle squadre del potere. Vere e proprie forze incontrastate che, sulla base di dubbie segnalazioni, catturavano a sorpresa persone o famiglie intere e le portavano via per ‘educarle’. Educarle a vivere poco e in condizioni da campo di concentramento, con l’eccezione di pochi protetti.

Donne e uomini, di ogni ceto, sparivano nel nulla. L’orrore terminò nel 1983, e le madri e le nonne degli scomparsi hanno fatto sentire al mondo sempre con maggior forza la loro crescente sete di giustizia, la loro disperazione infinita per uno dei massacri silenti più inconcepibili della storia dell’umanità… ignorato come tante guerre e guerriglie di paesi che non destano interessi economici abbastanza forti nel ‘civile mondo occidentale’.

Tornando alla cronaca di quegli anni, le donne argentine che avevano iniziato le proteste pubbliche in Plaza de Mayo sono state identificate col nome della piazza dove da allora e per anni si sono ritrovate ogni giovedì per chiedere verità e giustizia.

Ed allora perché scrive questo libro un italiano, per di più un console? Perché l’Argentina, adesso, ma ancor più negli anni ’70, ha una comunità di italiani (o discendenti di seconda o terza generazione) molto numerosa che è stata completamente coinvolta dalle repressioni del generale Iberico Saint Jean. E poi perché il consolato, pur con i limiti giuridici nei confronti del potere delle ambasciate, era stato spesso coinvolto in queste drammatiche vicende in quegli anni, trovando un interlocutore attento e abile.

Enrico Calamai, infatti, non svolse solo il suo lavoro istituzionale in maniera eccellente, ma ci mise quanto poté di suo per contrastare la violenza indiscriminata e soprattutto per divulgare in Italia e nel mondo cosa stava succedendo nel paese dove stava lavorando.

Il libro è un susseguirsi di episodi realmente accaduti negli anni della dittatura, raccontati spesse volte con un flusso incessante di parole e pensieri, da cui traspare le gratuite violenze cui troppe persone furono sottoposte.

E’ un libro che lascia dei segni e che non parla di passato remoto, ma, forse, purtroppo, nemmeno di passato: i “desaparecidos”, infatti, appartengono ad ogni guerra, e le guerre riempiono ancora le pagine dei giornali.

Purtroppo.

Per fare qualcosa contro il passato, per aiutare chi ha ‘subito’, il ricavato del libro è finalizzato al sostegno della Casa degli Hijos di Buenos Aires. Inoltre la pubblicazione del volume rientra in un progetto multimediale ben più ampio, che è ‘Archeologia dell’Assenza’ ed è stato ideato in collaborazione con Assemblea Teatro proprio per far conoscere il dramma deidesaparecidos.

Progetto Archeologia dell’Assenza

Assemblea Teatro – Torino

Informazioni: tel. 011.304.2808

di Claudio Arissone