Essenzialità sublime
Aprile 4, 2004 in Arte da Sonia Gallesio
[Annette Vogel]
Distribuita su due piani, la mostra allestita presso la Pinacoteca Agnelli presenta poco meno di una cinquantina di disegni di Gustav Klimt (Vienna, 1862-1918) appartenenti alla collezione del noto mercante d’arte Serge Sabarsky. Acquistate direttamente dal nipote dell’artista a Vienna, queste opere possono considerarsi emblematiche del passaggio da uno stile prettamente accademico a quel linguaggio simbolista che presto diviene prerogativa della Secessione.
Tra i lavori di maggior rilievo, oltre agli studi per il Ritratto di Adele Bloch-Bauer (1903-1904) spiccano gli schizzi preparatori compiuti nel 1902 per il Fregio di Beethoven. Realizzato per la XIV mostra secessionista –il cui fulcro è una splendida scultura in marmo policromo, avorio, alabastro e bronzo di Max Klinger– il celebre capolavoro è distribuito su tre pareti ed è lungo ben 24 metri. Ispirato alla Nona Sinfonia, esso racchiude in sé il concetto della redenzione dell’essere umano attraverso l’arte.
Alcuni bozzetti raccolti sono riconducibili con facilità alle immagini incluse nel fregio, qui riprodotto su pannelli: Nudo di fanciulla in piedi che guarda in basso, tra gli altri, oppure Nudo di fanciulla di profilo a sinistra.
L’esposizione documenta svariate peculiarità dell’opera su carta di Klimt: l’intensa carica erotica, la sicurezza e la spontaneità del tratto, la sinuosità delle linee, la stilizzazione delle figure.
I suoi disegni, è indubbio, posseggono un’immediatezza e una leggerezza senza pari. Una semplicità, si direbbe, al contempo complementare ed opposta alla monumentalità delle sue tele, ricche invece di dettagli ed ornamenti. Del resto, quello che si registra tra i due diversi approcci alla figurazione è un rapporto dinamico, una vera e propria evoluzione procedurale e tematica, imprescindibile.
Come spiega Annette Vogel, ad esempio, le opere grafiche “esprimono un desiderio struggente di felicità e compimento che nei dipinti […] si accompagnano a presagi apparentemente ineludibili di vecchiaia, morte e angoscia”. Non è infrequente, comunque, che l’artista esponga i suoi studi insieme al lavoro conclusivo, proprio al fine di fornire traccia del processo alla base della sua attività.
Sempre in relazione a schizzi e bozzetti, l’essenzialità permea e forgia anche gli intrichi di adornamenti che impreziosiscono le vesti dei soggetti raffigurati, e che ormai sono considerati emblema universale dell’eredità artistica di Klimt (Studio per Bisce d’acqua II, 1907).
Coefficiente di un’interazione ancora una volta equilibrata seppur antitetica, gli elementi decorativi, appunto, sebbene nella pittura del maestro siano fastosi e assumano un ruolo fondamentale, nei disegni sono resi in forma assai elementare, tranne che in quelli prodotti in epoca più tarda (Donna in kimono, la spalla destra scoperta – Studio per Ritratto di Ria Munk III, 1917-1918).
L’opera di Klimt, probabilmente è scontato ricordarlo, non è soltanto sentita celebrazione di una bellezza priva di imperfezioni. I suoi corpi di donna non appartengono unicamente a creature angeliche, armoniose, snelle e seducenti. Sempre la sua arte si rivela incantatrice ed ardente, difatti, anche quando rappresenta la malattia ed il dolore, la vecchiaia (Nudo di vecchia in piedi profilo – Studio per Medicina, 1903 ca, carboncino), l’obesità (Donna obesa vestita, donna nuda accoccolata dietro di lei, 1908 ca, matita blu).
Gustav Klimt – Disegni. Dalla Collezione Sabarsky
Fino al 25 aprile 2004
Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Lingotto, via Nizza 230
Orari: dal martedì alla domenica 9.00/19.00; chiuso lunedì
Ingresso: intero € 4.00, ridotto € 2.50
A cura di: Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli e GAM di Torino
Catalogo: Edizioni GAM, prezzo di copertina € 20.00
Per info: tel + 039 011 00.62.713
Siti consigliati: www.pinacoteca-agnelli.it www.gamtorino.it
di Sonia Gallesio