Ematos

Luglio 11, 2002 in Racconti da Redazione

“Ma tu sei sicuro di voler entrare ?“ l’uomo con la sigaretta traballante sulla bocca, senza voltare il capo pose la domanda al suo compagno.

La notte aveva il totale dominio di quel tratto di strada.

“Certo, ormai ho deciso, e non voglio cambiare idea“.

L’uomo con la sigaretta abbassa il volto, come colto da vergogna.

L’altro, impettito, sfila contro il vento al suo fianco.

Sembra tagliare l’aria e l’ombra densa.

“ Io non so, sai… mi hanno detto cosa può succedere… non sempre, è vero… ma a volte capita… e in quei momenti… io non posso dire cosa farei”

“Ma sai che cosa non si deve fare, no ?“ con un sorriso beffardo, l’altro uomo gli avvicinò il suo viso ispido: i suoi occhi sembravano sfere di cemento.

L’uomo con la sigaretta, quasi spenta ormai, non disse niente, calciò piano una pietra, e si alzò il bavero del cappotto.

Vide in lontananza luci di automobili che morivano inghiottite oltre un ponte.

Il silenzio era una campana invisibile e gelatinosa.

Intanto i due avevano raggiunto una piccola strada in salita.

Il selciato sconnesso, le lanterne sopra ogni portone.

Verso la fine della collinetta, si fermarono davanti ad una porta di legno, il battente dorato, una scritta in greco rosso fuoco.

Appoggiato alla porta un uomo, robusto e serio.

L’uomo con gli occhi di cemento abbozzò un saluto, al quale il custode non rispose per niente.

Poi voltandosi verso il compagno “ io entro, tu che fai ? Non dirmi che vai via, che non provi ? Dopo tutto quello che abbiamo fatto, proprio ora lasci ? “ e l’ultima parola la disse calcandola bene, alzando il suo tono, spruzzandolo di cinismo.

L’altro balbettò “non vengo… non potrei… so che cosa vuol dire il mio rifiuto, ma non posso… mi hanno raccontato bene, capisci ?, come avviene… se non l’avessi saputo… ma ora lo so, e non posso”.

“Mi dispiace, davvero, avrebbe potuto funzionare, e io e te saremmo stati due ottimi giudici, sai? Ce lo saremmo meritati, tu soprattutto“ e intanto increspava le labbra, sorridendo di scherno.

Fece il gesto, il custode lo riconobbe e aprì.

L’altro uomo mentre entravano, riuscì a scorgere una frammento della sala già predisposta.

di Vito Ferro