E Gran Ballo Risorgimentale fu
Settembre 13, 2011 in Spettacoli da Adriana Cesarò
Il Gran Ballo Risorgimentale ha creato un’atmosfera romantica ed ottocentesca nella grande piazza d’Armi della storica caserma Cernaia, sede dell’Arma dei Carabinieri di Torino. Sabato 10 settembre, l’evento ha riportato il folto pubblico presente a rivivere un sogno risorgimentale, attraverso la musica e le danze diretti dal maestro Fabio Mollica, dell’associazione culturale “Società di Danza” impegnata nello studio, diffusione e conoscenza storica della danza nell’800.
Il corteo composto da circa 370 figuranti, tra dame e cavalieri in costumi d’epoca, hanno aperto la sfilata accompagnati dalla Marcia dell’Aida di Giuseppe Verdi. La manifestazione, inserita nel calendario delle manifestazioni di Esperienza Italia, promosse dal Comitato Italia 150 e a nome della Giunta Provinciale, dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo, presente, l’assessore Ugo Perone che ha portato il saluto ed il ringraziamento della Provincia ai danzatori, provenienti da tutta Italia e dall’estero, per onorare la prima Capitale d’Italia. L’orchestra Fiati della città di Collegno ha eseguito “La Fedelissima” Inno dei Carabinieri e l’Inno di Garibaldi. Il valzer Spagnolo, con musiche dal Rigoletto, ha dato il via alle danze del gran ballo figurato. Una vera missione ardua ed impeccabile per i “direttori di sala” o “gran maestri” che hanno avuto il compito di coordinare i figuranti nel valzer dell’ amicizia. Nell’Ottocento i gran balli erano il momento centrale della vita sociale cittadina e, negli anni della lotta risorgimentale, furono tra le situazioni privilegiate in cui, alla pari delle rappresentazioni teatrali, si diffusero le idee unitarie, democratiche e liberali. Le danze come la Marcia Risorgimentale (Marcia Piccolo), La Quadriglia Francese (Il Pipistrello), il Valzer Acquerelli, la Marcia Caroussel, il Pas de trois (Marcia del Sorriso) e la Quadriglia Perichole sono state accompagnate dalla musica di Johann Strauss II.
Una Contraddanza segnata da musica dei “I Vespri Siciliani” di G. Verdi ha distinto cavalieri e dame in lunghe fila anticipata dalla classica passeggiata e di un intreccio e incroci tra i danzatori. La musica e la danza hanno evidenziato un’epoca culturale e sociale del nostro Paese che finalmente, a metà del XIX secolo, si affacciava sulla scena politica europea. La coreografia delle danze è stata evidenziata dai mille colori degli abiti delle dame e dai vaporosi merletti che volteggiavano nei cerchi, nelle fila, nelle passeggiate dettate dai ritmi della danza proprio per farsi ammirare dal pubblico che li ha ampliamente applauditi. La Marcia à la Paganini e la Marcia Roma hanno concluso il gran ballo dell’ Unità d’Italia danzante. Al termine delle esibizioni, il pubblico presente è stato invitato a partecipare alle danze e, come si usava all’epoca, i cavalieri hanno invitato le ragazze con un romantico inchino. La serata si è conclusa con l’Ammaina Bandiera sulle note dell’Inno Nazionale.
di Adriana Cesarò