E’ stata la Mostra di Quentin Tarantino

Settembre 20, 2010 in Cinema da Pierluigi Capra

Quentin TarantinoLa 67a edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia 2010, si è conclusa con la cerimonia di premiazione sabato 11 Settembre al Lido.

Il Presidente della Giuria della Mostra, Quentin Tarantino, con la sua personalità forte ne ha emblematicamente caratterizzato l’andamento ed è risultato il vero mattatore.

I fan si scatenavano ogni volta che lo vedevano passare a Venezia, o sfilare in passerella, o gigioneggiare insieme al regista Robert Rodriguez vestito da cow boy, o assistere in sala alla visione dei film.

Altri lo hanno fischiato in conferenza stampa per non aver premiato film italiani. Lui ha sempre risposto a tutti a volta con gestacci altre volte con battute umoristiche.

Ha vinto Tarantino su tutta la linea. Infatti, il Leone d’Oro è stato assegnato al film “Somewhere” di una figlia d’arte, nonché sua ex fidanzata, ovvero Sofia Coppola. Commovente il lungo abbraccio tra i due. ”Questo film ci ha incantato dalla prima scena. E’ cresciuto nelle nostre menti, nei nostri cuori e nelle nostre simpatie” ha detto annunciando il premio alla Coppola, ed è stato un “grande onore poterglielo attribuire”.

Il Leone d’Argento lo ha vinto Alex de la Iglesia (considerato un po’ un “tarantiniano” spagnolo), che da sempre usa un linguaggio cinematografico che piace a Quentin, per il film “Balada triste de trompeta”, che ha avuto anche il “Premio Osella” per la miglior sceneggiatura. De la Iglesia si è prodigato in pronunciati inchini davanti alla giuria e al suo Presidente.

Il premio gli è stato consegnato da Guillermo Arriaga che ha detto: “Noi non amiamo i clown, ma questo regista ce li ha fatti amare”.

Anche il Leone Speciale è stato assegnato giuria all’americano Monte Hellman, grande amico di Tarantino, poiché “la sua opera è stata di ispirazione ai componenti della giuria e non si poteva non rendere onore a Hellmann” che, guarda caso, è stato il regista che lanciò Tarantino producendo “Le Iene” nel 1992.

Tarantino ha prontamente risposto alle critiche ricevute nella conferenza stampa di chiusura, spiegando che il Leone d’Oro al film di Sofia Coppola aveva raggiunto l’unanimità di giudizio. Probabilmente gli altri componenti della giuria dagli italiani Luca Guadagnino a Gabriele Salvatores, dal regista francese Arnaud Desplechin al musicista e cantante statunitense Danny Elfman, dal regista messicano Guillermo Arriaga all’attrice lituana Ingeborga Dapkunaite hanno sofferto la presenza ingombrante del regista di “Pulp Fiction” e sono apparsi come controfigure. Ha imposto loro di non leggere i giornali, ha chiesto di derogare alla regola vigente a Venezia, del cumulo di premi.

Tarantino ha infine raccontato che essere Presidente di giuria è stata per lui un’esperienza speciale, ha ringraziato i suoi compagni d’avventura con i quali, ha sottolineato, “è stato molto divertente lavorare e discutere”.

Ha detto di aver messo tutti i film in concorso sotto la lente del microscopio e di aver valutato le cose buone e quelle cattive, di aver discusso animatamente e con passione a favore o contro i vari film in concorso. Ha altresì detto di aver applicato la stessa analisi critica rigorosa che normalmente usa per i film che lui dirige, senza favoritismi o particolarismi, con grande seriètà… Dobbiamo credergli?

E pazienza se il cinema italiano è rimasto a mani vuote, senza premi, menzioni, riconoscimenti. D’altra parte non è forse vero che a Tarantino, a parte i trash anni ’70, i film italiani non piacciono?

Al Lido sono venuti a trovarlo molti suoi amici tra cui Lino Banfi e Barbara Bouquet ai quali Tarantino ha promesso di farli lavorare nel suo prossimo film.

Durante la Mostra ha anche ricevuto, insieme a Tilda Swinton, il Nastro D’Argento per il miglior film extraeuropeo con la pellicola “Bastardi Senza Gloria”, nello spazio del Lancia Cafè.

Una premiazione autorevole sottolineata dalla rumorosa presenza di pubblico e giornalisti, un boato di applausi tutti per lu.

“L’idea di Bastardi Senza Gloria, ha detto, mi è venuta da un genere italiano, il macaroni combact, ribattezzato così perchè i giapponesi avevano per primi inventato il nome macaroni western. E’ sempre stato un mio piacere portare alla luce i grandi maestri del cinema italiano: Umberto Lenzi, Fernando Di Leo, Enzo G. Castellari”.

A Venezia 2010 si può dire che abbia vinto il mondo di Tarantino con il suo spettacolo “ingannevole e luminoso” come scrive Fulvia Caprara, le sue trovate singolari, il suo look stravagante, il suo carattere eclettico, le sue performance da “Padrone-padrino”. Lui, l’uomo pulp, amante delle feste e dei cocktail: spettacolari le due feste alle quali ha partecipato la sera dell’inaugurazione della Mostra. Una in suo onore organizzata sulla terrazza dell’Hotel Danieli e l’altra con tutto il bel mondo della moda e dei Vip da rotocalco a Palazzo Papadopoli, un fastoso edificio cinquecentesco affacciato sul Canal Grande.

Arrivederci Tarantino!

di Pierluigi Capra