Diritto di replica

Maggio 16, 2004 in Medley da Redazione

Roy PaciIl 23 febbraio scorso è stato pubblicato un mio articolo sulle nenie siciliane “Quelle nenie d’una volta”, dove in base alle mie conoscenze, ai racconti di chi è più grande di me, ai ricordi, ho voluto raccontare una memoria lontana che giornalmente rischiamo di perdere per la freneticità del mondo in cui viviamo.

Il mio articolo non voleva per niente essere esaustivo sulle realtà locali da far emergere, tanto che ho fatto solo qualche nome di gruppi o cantautori che si occupano di cultura popolare: “Forse perché, attratti da una mistica realtà del passato, o, forse, per chissà qualche altra ragione, c’è qualcuno che si interessa alla cultura popolare e tenta di renderla più attuale, i Lautari di Catania, i Kunsertu, i Cantunovu, il gruppo folk Alfeo e Aretusa ed alcuni dei più noti cantautori di origini siciliane, che, nelle loro canzoni, utilizzano qualche parola di un antico canto popolare.”

Naturalmente non si voleva far torto ad alcuno.

Già il giorno dopo, grazie alla possibilità che il Traspi offre, ho trovato un commento in calce al mio articolo, di Roy Paci che voleva intervenire sull’argomento “essendosi meravigliato del fatto che né lui né altre realtà siciliane che continuano a diffondere la positività della bella Sicilia, erano state citate.”

Ho subito risposto al commento e mi sono messa direttamente in contatto via e-mail con Roy Paci per chiarire che nulla di personale c’era nei suoi confronti e nei confronti di coloro che non erano stati nominati. Il mio articolo era uno dei tanti tentativi di ricerca di positività sul mare infinito che è la Sicilia, dove tanto è ancora da dire e da scrivere, si accettava quindi un qualsiasi suggerimento.

Sempre via e-mail Roy Paci mi ha risposto con il testo che qui vi riporto in maniera integrale:

“Vi dedico ben volentieri un po’ del mio tempo per rispondervi. Eccovi un elenco più o meno sufficiente di personaggi audaci siciliani visto il suo invito a replicare.

Da premettere che nelle mie produzioni oltre ai suoi citati “Vitti na crozza” e “Ciuri Ciuri” ho riesumato anche “U Mercatu” e “Babbaluci” tratti da miniminagghie e cunti siciliani (vedi Roy Paci & Aretuska “Tuttapposto” ETNAGIGANTE/V2) e intrapreso una ricerca di marce funebri della settimana santa siciliana con il progetto Banda Ionica (vedi i 2 cd “Passione” e “Matri Mia” Felmay records) e aperto una etichetta discografica indipendente mirata a produrre principalmente progetti siciliani, ETNAGIGANTE (www.etnagigante.com) che annovera tra le produzioni i siracusani Kebana che cantano e scrivono pezzi in stile reggae roots solo in dialetto arcaico siracusano (vedi “Nirja” ETNAGIGANTE/Goodfellas).

Di seguito altre realtà da non tralasciare assolutamente:

Alfio Antico: il più grande suonatore di tamburello al mondo a detta della critica internazionale (e da noi siciliani). Da Lentini, da decenni porta in giro nel mondo spettacoli imperniati su cunti, filastrocche e miniminagghie arcaiche.

Agricantus: gruppo palermitano di nuova estrazione vincitore anche del miglior disco di world music del 2003 in America. Cantano in misto si lingue legate dal dialetto siculo.

Tinturia: altro gruppo della scena alternativa che tiene viva la tradizione con canti tipici mischiati al funky reggae.

Rita Botto: catanese, porta in giro nel mondo un repertorio unico, la Rosa Balistrieri, in una sorta di fusione con il jazz.

I fratelli Mancuso: grande duo di Butera da anni invitati ai festival più importanti del pianeta per quanto riguarda la world music da sempre al fianco di Peter Gabriel nei Womad Festival. Cantano a due voci solo musica tipica tradionale siciliana.

Gianni Gebbia: il più grande dissacratore di musica improvvisata da Palermo, ha da sempre fatto reading utilizzando antichi testi siciliani misteriosi.

La Casbah: altro gruppo del fermento giovane ragusano, specializzato in canti anarchici siciliani.

Taberna Mylensis(non so bene se si scriva così): da più di ventanni, questo progetto messinese, mantiene viva la cultura tradizionale dell’isola.

I Ciliri: altro gruppo storico specializzato in tarantelle.

I lamentatori di Agrigento: gruppo di cantori oramai unici nel genere, pagati anni fa per cantare dietro le bare dei defunti durante la processione del funerale. Da brivido.

Carlo Muratori: siracusano, ha fatto del siciliano e della tradizione, la sua profonda canzone d’autore.

Cecilia Pitino: altra cantante, che tiene fede alle canzoni antiche sicane.

E ce ne sono ancora altri….

Per adesso penso possano bastare.

Arrivederci”

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Da soli ci accorgiamo quanto vero sia il fatto che ancora tanto dobbiamo imparare da noi stessi, dal mondo in cui viviamo, dalla nostra amata Terra.

di Anna Milazzo