Di perle e di seta

Aprile 10, 2004 in Arte da Sonia Gallesio

Le rose non sempre profumano, trattengono il respiro a lungo durante il giorno e liberano al tramonto il loro umore sottile e intenso… [Omar Galliani, da Quarantuno rose?, dal catalogo della mostra]

Galliani 1.1Le raffigurazioni di Omar Galliani (Montecchio Emilia, 1954) rappresentano una vera e propria opportunità per esplorare i vasti territori dell’anima, ai più quasi del tutto sconosciuti. Nel ruolo di traghettatrici postmoderne, funzione che un tempo fu del celebre -e decisamente meno avvenente!- Caronte dantesco, si trovano spesso misteriose figure femminili, belle e inaccessibili tanto da sembrare disumane.

Creature ammalianti che rimandano alla freschezza della gioventù e alla prorompente energia della vita, ma al contempo alla sua precarietà e ad un senso di estraniazione e smarrimento. Guardarsi ed osservarsi dentro, del resto, potrebbe significare per molti “vedere e conoscere la propria perdita, il sé divenuto altro, ormai irraggiungibile” (Marisa Vescovo, dal testo pubblicato in catalogo).

Il corpo muliebre assume un ruolo assai determinante nell’arte di Galliani: è veicolo, chiave d’accesso, icona della contemporaneità che tuttavia riconduce a mondi paralleli, discosti dalla realtà seppur imprescindibili da essa.

Nell’opera Grande siamese una giovane dall’espressione assorta e sognante -il cui corpo, sorprendentemente plastico, si fa monumento alla sensualità- rappresenta la versione femminile di Narciso. E’ questa una rivisitazione del mito più che mai attuale, di certo perché il protagonista viene scalzato da una donna, ma soprattutto poiché l’oggetto della sua indagine contemplativa non è più l’immagine di sé riflessa, bensì la propria condizione interiore.

Galliani 1.2La personale torinese di Omar Galliani è incentrata sulla potenza comunicativa del simbolo. Sono presenti i gioielli, ad esempio, attraverso i quali è possibile identificare lo spirito universale e le ricchezze sconosciute dell’inconscio. Le perle, poi, archetipo di tutto ciò è puro e difficile da raggiungere. Ed ancora i fiori. La rosa, fra tutti, emblema dell’anima e del cuore, coppa in cui accogliere il sangue di Cristo secondo la religione cristiana.

Tra le diverse serie spicca Kumarankom, inedita e recentissima, il cui nome indica quei mercati di fiori indiani che abitualmente sono situati in corrispondenza dell’estuario dei fiumi. Le opere che ne fanno parte, formate da tre differenti unità, sono realizzate secondo una procedura del tutto singolare. Il supporto centrale è disegnato a matita, come di consueto, ma quelli laterali, monocromatici, sono dipinti con composti contenenti polline o succo d’erbe e foglie.

Sui pezzi costituenti il nucleo Di perle e di seta domina incontrastato In-rosa. In esso una pioggia di foglie e boccioli discende verso terra, su un fondo scuro di graffite che ricopre la tavola di legno di pioppo, dolce e lattiginoso. Durante la caduta, come descrive Vescovo, “la pelle dei petali […] si carica di una luce perlacea e intensa”.

In merito alle piccole opere della serie Fiori, ancora, deliziosi vegetali fanno sfoggio di sé dalle pagine o dalle copertine di alcuni libri. Uno sembra persino riportare a certe immagini fortemente evocative utilizzate durante il test Rorschach. Voluto o del tutto casuale, è difficile dirlo, questo sottile rimando alle componenti emotive e psicologiche dell’esistenza umana non poteva essere più opportuno.

Omar Galliani – Di perle e di seta

Fino al 17 aprile 2004

Torino, Galleria Carlina, piazza Carlo Emanuele 17/A

Tel/fax +39 011 817.33.44

Orari: 10.30-12.30 e 16.00-19.30, chiuso domenica e lunedì

Ingresso: libero

A cura di: Marisa Vescovo

Per info: [email protected]

di Sonia Gallesio