Dalla Repubblica Centrafricana (III)

Agosto 26, 2001 in Viaggi e Turismo da Redazione

24820Buongiorno a tutti i miei cari lettori, e benvenuti nel mio terzo bollettino centrafricano. Ancora qualche pensiero sparso perché il tempo a disposizione è limitato…

L’istruzione

Le scuole: negli anni delle “mutinerie”, rivolte che hanno paralizzato l’economia e la vita intorno al ’96-’97, sono rimaste chiuse, ora un po’ mancano i soldi per pagare gli insegnanti, un po’ mancano gli insegnanti perché muoiono di SIDA, e come risultato la scuola inizia in ritardo, il programma lo si fa a mezzo, certe materie non si studiano perché non c’é il prof…. si sta perdendo una generazione, che non avrà una classe media intellettuale e che non avrà gli insegnanti per formare la prossima.

SIDA: secondo i dati OMS la prevalenza sta al 13.8 per cento, ma i dati sono estrapolazioni fatte a partire da quel piccolo campione di popolazione che si é sottoposto a screening. Non sono dati reali, rischiano di minimizzare il problema. Mentre in Europa la terapia antiretrovirale allunga la vita al punto che qualcuno smette di avere paura del contagio, mentre in Brasile e Thailandia si lotta per abbassare i prezzi degli antiretrovirali e renderli accessibili, qui di routine non c’é neppure il test da fare prima della trasfusione. Chi può dirlo, quanti centrafricani sono davvero morti di SIDA?

Per strada

Incrociare un camion in pista é come entrare in una notte più breve del solito, in una specie di eclissi. All’inizio, compare una nebbia sottile di polvere e terra e nello spazio di tempo che ci basta ad intuire la sagoma del camion la nebbia diventa spessa, chiudiamo in fretta i finestrini ed entriamo nel buio, un buio giallognolo ma vero, che s’inghiotte il mondo e l’orientamento. Se stiamo inseguendo il camion, l’eclisse-notte può durare qualche minuto, il tempo di raggiungere il camion e trovare il varco per passarlo: però, una volta passato il varco, la notte scompare di botto, come se un sipario o un coperchio fossero stati sollevati. Se invece il camion lo abbiamo incrociato, allora la notte se ne va gradualmente come se ne era venuta, ed il sole ricompare in un’alba bizzarra che ce lo presenta già alto, già al picco del suo quotidiano pellegrinaggio.

Teorie

Teoria di Michel (un signore svizzero che fa progetti di sviluppo in Centrafrica da qualche anno): sarebbe fantastico se di ridicolo si morisse. Se l’uomo che si rende ridicolo restasse stecchito in modo rapido e indolore (un attacchino cardiaco e via) ci si risparmierebbero un mucchio di colpi di stato e dittature e satrapie varie. Peccato.

Per oggi devo chiudere, il computer é in comune con tutti quanti qua a Bangui e io lo sto usando da quasi due ore e se non mi schiodo mi strozzano. Così non avrò tempo di parlarvi dei nostri esperimenti alimentari con lo yogurt e il formaggio di produzione propria (ma Fabrice, un francesino che lavora coi gruppi rurali, ha il forno e fa pure il pane); dei danni provocati dal solito alcoolismo, che contribuisce non poco a sabotare quella cosa misteriosa che chiamiamo “processo di sviluppo”; del deposito farmaceutico regionale, che si porta via un mucchio del mio tempo perché finora non l’ho ricordato ma io qui ci lavoro; dei cappuccini polacchi che tengono la parrocchia di Bocaranga; del micio che abbiamo dovuto prenderci perché si mangi i topolini di casa e che talora deve cimentarsi pure coi pipistrellini; della papaya in insalata, condita con olio e cipolle; della partita di calcio della domenica…

di raffa