Così fan tutte

Aprile 20, 2003 in Spettacoli da Stefano Mola

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Il 10 Aprile del 1973 il Teatro Regio di Torino torna alla vita dopo una lunga pausa sotto le ceneri dell’incendio che lo distrugge nel 1936. Questi moderni trent’anni (ma i primi acuti sul palco torinese risalgono al 1740) meritano senz’altro un regalo di gran pregio, anzi due: una produzione home-made di “Così fan tutte” e il debutto alla regia d’opera di uno dei maestri del cinema italiano, Ettore Scola.

“Così fan tutte” chiude il trittico di capolavori che Wolfgang Amadeus Mozart compose insieme al librettista Lorenzo Da Ponte. Ricordiamo brevemente l’argomento, secco come un teorema. Napoli: due giovani ufficiali, Guglielmo e Ferrando, decidono di mettere alla prova le fidanzate, Fiordiligi e Dorabella. Sotto la cinica regia di Don Alfonso, fingono di partire per la guerra. Ricompaiono, travestiti e irriconoscibili, per corteggiare l’uno la donna dell’altro. Dicono di volerle sposare, giungono persino a minacciarle, e ottengono il loro consenso. A questo punto ovviamente si fanno riconoscere: confusione delle colpevoli e perdono finale.

Si capisce lo scandalo “morale” che seguì il debutto dell’opera, e il giudizio negativo che autorevoli colleghi musicisti le dedicarono (tra cui il moralissimo Beethoven). Il tema non può che suscitare un certo disagio e alcune domande: si può fare dell’amore una farsa? Il libretto di Da Ponte spinge all’estremo inverosimiglianza e indecenza, costruendo appunto una enorme farsa, chiudendola nello spazio di un’unica giornata, con mezzi assurdamente esagerati (guarigioni con cure magnetiche comprese). È vero quanto dice don Alfonso: “O pazzo desire!/Cercar di scoprire/Quel mal che, trovato/Meschini ci fa”? Scrostare la facciata dei rapporti umani porta sempre all’infelicità? Siamo veramente quello che siamo, o soltanto quello che pensiamo di essere? Recitiamo l’amore?

Mozart del resto fece larga esperienza in vita delle difficoltà dell’amore (pensiamo al difficile rapporto con la moglie Costanze). E l’amore in senso lato scorre nelle tre opere composte con da Ponte: il dongiovannismo appunto di Don Giovanni, desiderio assoluto e motore primo del possesso fine a se stesso; l’amore che trionfa grazie all’astuzia ne “Le Nozze di Figaro”; e qui, come illusione e meccanicismo. Viene in mente il Cherubino de “Le Nozze di Figaro”, quando al tempo stesso eccitato e sconsolato canta “Voi che sapete/che cosa è amor/donne vedete/s’io l’ho nel cor”.

Una farsa con contrappeso grave dunque, di cui però Mozart si è impossessato giocosamente e parodisticamente. Ha costruito sulle geometriche simmetrie del libretto duetti, terzetti, quintetti ricchi di contrappunto, arrivando a una musica al tempo stesso soave e aggraziata (valga per tutti come esempio la leggerezza incantata del trio “Soave sia il vento”) ma anche carica di ironia. Ecco perché trionfa Mozart. Perché non è incasellabile. Prendiamo un concerto per pianoforte come il K488, che parte con un allegro estremamente innocente, anzi fino esuberante. E poi? Parte l’adagio, e si attraversa uno squarcio di malinconia estrema, con quei rintocchi del pianoforte che attacca da solo, come qualcuno che cammini abbandonato. Oppure pensiamo a cosa rispondere se qualcuno a bruciapelo ci chiede: che cos’è il “Don Giovanni”? È una tragedia? È una commedia? È una tragedia che diventa commedia e poi finisce tragedia? In “Così fan tutte”, un gioco crudele e fors’anche un po’ misogino diventa un capolavoro grazia.

Libretto, e una ricchissima, interessante e feconda analisi dell’opera nel sito Proscenium (cui faccio tanto di cappello).

Ma adesso è ora di lasciar spazio agli interpreti. La bacchetta di Corrado Rovaris dirige un cast giovane: Patrizia Ciofi e Laura Polverelli sono rispettivamente Fiordiligi e Dorabella; Nicola Ulivieri e Jeremy Ovenden, Guglielmo e Ferrando. Giovanna Donadini è Despina, mentre Umberto Chiummo, Don Alfonso. Il Coro del Regio è diretto da Claudio Marino Moretti. Ricordiamo infine che l’allestimento, realizzato dai laboratori di scenografia del Teatro Regio, ha le scene di Luciano Ricceri e i costumi disegnati da Odette Nicoletti.

L’opera sarà in scena, per dieci recite, dal 22 Aprile al 4 Maggio.

Per informazioni, prenotazioni e acquisto biglietti:

Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215

Tel. 011.8815.241/242/270

www.teatroregio.torino : sul sito potete anche sbirciare l’anteprima di costumi e scenografie

ALTRE INFORMAZIONI

Fino al 27 aprile è visitabile la mostra “Trenta Stagioni” (allestita con materiale proveniente dalle rappresentazioni di questi ultimi trent’anni di attività)

Orario: da Martedì a Domenica ore 10/18.30

Lunedì 14, Domenica 20, Lunedì 21 e Venerdì 25 Aprile: chiusa

Nel Foyer del Toro del Teatro Regio potrete trovare, per tutto il periodo delle recite di “Così fan tutte”, una mostra dedicata alla passione di Scola per il disegno, praticato prima professionalmente (ha infatti esordito nel mondo artistico collaborando con il giornale umoristico «Marc’Aurelio») e poi sempre coltivato con la vena arguta che lo contraddistingue.

di Stefano Mola