Corto in Bra

Maggio 27, 2004 in Spettacoli da Marinella Fugazza

Corto in BraCome anticipato precedentemente su queste pagine web eccovi il resoconto finale della Quinta edizione di Corto in Bra la biennale dedicata alla forma breve della settima arte: il cortometraggio. Per cinque giorni nella solare cittadina cuneese si è respirata l’aria che avvolge gli operatori del mondo del cinema: giovani alternativi e scanzonati che hanno apprezzato il prelibato vino piemontese; registi resi inconfondibili grazie allo “stile Almodovar”: maglietta girocollo nera e vestito nero con capelli più o meno fluenti; strade percorse da curiosi ed attenti cinefili intenti a non perdere la proiezione o l’incontro desiderato. L’allegro clima del festival ha contagiato la città anche con un fitto programma di eventi “fuori schermo”, fra i quali incontri con i protagonisti, aperitivi in musica, e “Corto in Bra nights”, dopo-cinema che ha permesso ad autori e pubblico di tirare tardi insieme. Cinquemila presenze in sala; duecento volontari coinvolti dall’associazione “Bracinetica” che, assieme alla Città di Bra, ha organizzato la rassegna; un centinaio i film proiettati (nelle sale della Multisala Vittoria e del Centro Polifunzionale Culturale “Giovanni Arpino”). Sono questi i dati e le cifre del crescente successo dell’iniziativa realizzata, dal 21 al 25 aprile, con la collaborazione di Slow Food, collaborazione iniziata nel 2002.

E’ il cinema europeo il vero vincitore di “Corto in Bra” che ha presentato una elevata qualità delle proposte e una variegata offerta di temi presentati. Ad aggiudicarsi la Zizzola d’oro (dal nome del caratteristico edificio simbolo della città) di miglior cortometraggio per la sezione “Cinema corto in Europa” è stato “Talking with angels” del regista britannico Yousaf Ali Khan, una storia che narra la realtà di alcuni bambini che si trovano a vivere in una zona di forte degrado; la giuria, composta da 15 studenti delle scuole superiori provenienti da Regno Unito, Austria, Olanda, Romania e presieduta dal regista Shimmy Marcus, ha assegnato una menzione speciale anche all’irlandese “Yu ming is ainm dom” (Il mio nome è Yu Ming) di Daniel O’Hara e ha ritenuto di citare il francese “Lune” di Hubert Gillet. Il miglior cortometraggio italiano è risultato “Spleen” del napoletano Luigi Barbieri, film che racconta la vicenda di un gruppo di amici i cui sogni svaniscono in un solo giorno: a lui la Zizzola d’oro attribuita dal regista Alessandro Piva e da un gruppo di giovani studenti delle scuole medie superiori provenienti da istituti della provincia di Cuneo.

Parla ancora una lingua del vecchio continente anche il miglior cortometraggio della sezione “Slow Food on Film”. A vincere la Chiocciola d’oro è stata l’olandese Sytse Kok con “De Chinese Muur” (Il muro cinese): il film racconta i pensieri di una donna sola che, seduta a tavola in un ristorante cinese nel giorno del suo compleanno, nella convivialità della tavola trova un sostegno per superare la sua drammatica situazione. Il premio è stato consegnato dal presidente della giuria: l’attore e regista Antonio Albanese che, per sua stessa ammissione e a causa delle sue origini siculo-lombarde, è cresciuto a cannoli e brodo. Nella neonata sezione “Slow Food on Film Doc”, riservata ai documentari dedicati alla memoria del cibo, a prevalere è stato l’italiano Antonello Carboni, autore di “Voci della montagna”; il film maker sardo ha raccontato le vicende di due fratelli pastori e casari della sua terra: opera semplice e lineare, un piccolo saggio di antropologia culturale. La giuria, presieduta da Piero Sardo, (presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità), ha assegnato una menzione a “La zuppa di zio Luigi e altre ricette” del gruppo toscano Mannamanna, ed ha citato il lavoro di Alessandra Speciale, “L’acqua che non c’è”. Il premio “Città di Bra” per la miglior sceneggiatura originale in lingua italiana è stata assegnata a “Prima che il gallo canti tre volte” del catanese Giorgio Carella e della romana Ludovica rampolli. La loro storia, che riceverà 7000 euro se verrà portata su pellicola (con la possibilità di crescere di altri 2500 se le location saranno piemontesi), tratta la vicenda di una studentessa frustrata che trova Dio dentro il proprio diario.

Un’appendice della sezione Slow Food on Film verrà proposta a giugno in una due giorni sotto le stelle, il 26 e il 27 giugno, nell’incredibile scenario di Le Orme de La Court, il parco in vigna allestito dalle cantine Michele Chiarlo a Calamandrana (AT). Qui si potranno scoprire o rivedere i corti della sezione dedicata esclusivamente al cibo che saranno riproposti all’aperto, proiettati sul muro di una cascina tra le vigne, con un piatto di assaggi in una mano e un bicchiere di Barbera nell’altra.

di Marinella Fugazza