Coppa Volpi al maschile a Michael Fassbender
Settembre 13, 2011 in Cinema da Pierluigi Capra
Alla Mostra del Cinema di Venezia quest’anno il simbolo sexy è stato lui: Michael Fassbender. Nel film “Shame” appare spesse volte in scene di sesso e molte ragazzine lo hanno accolto sul “tappeto rosso” del Lido con tanto di cartelli inneggianti, urla e isterie.
Ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, secondo le previsioni della vigilia, alla 68ma Mostra per la sua eccellente interpretazione nel film inglese di Steve McQueen (artista e regista inglese che non ha rapporti di parentela con l’omonimo spericolato attore americano). Il trentaquattrenne Fassbender nato in Germania, ad Heidelberg e naturalizzato irlandese, è stato protagonista a Venezia anche di un altro film in concorso “A Dangerous Method” di David Cronenberg, in cui veste i panni del famoso psichiatra svizzero Carl Jung.
La sua notorietà nasce nel 2007 quando interpreta la parte dello spartano Stelios nel kolossal “300” di Zack Snyder, tratto dalla “graphic novel” di Frank Miller.
Poi, per la regia di Quentin Tarantino, nel 2009 interpreta la parte del tenente Archie Hicox nel film “Bastardi senza gloria”.
Fassbender ha già vinto altri premi. Miglior attore, ai “British Independent Film Awards” nel 2008, per avere magistralmente ricoperto il ruolo dell’attivista nordirlandese Bobby Sands, morto durante lo sciopero della fame del 1981 nella prigione di Long Kesh. Il film era “Hunger” ancora per la regia di Steve McQueen e per questa interpretazione ha dovuto perdere 18 chili.
Nel 2009 vince il “London Critics Circle Film Award” come miglior attore non protagonista in “Fish Tank” di Andrea Arnold.
In “Shame” (che significa “Vergogna”) in concorso a Venezia 68, interpreta il ruolo di Brandon, un uomo d’affari, brillante, affermato nel suo lavoro, che abita un lussuoso appartamento, conquista facilmente le donne con il suo fascino, ma ha un problema: la sessuomania, l’ossessione sessuale che assume a volte forme indecorose. Il film ha suscitato al Lido un certo scandalo: nudi integrali, scene di sesso a tre, deviazioni sessuali e altro…
Michael sullo schermo è un uomo libero, eccessivamente libero, al punto da sembrare costretto in una specie di gabbia dell’anima, di dipendenza, di malattia, di schiavitù. In un crescendo incontrollabile assume comportamenti di sesso sempre più compulsivo. Facilitato dal fatto che il film è ambientato a New York, città vitale per antonomasia, eccitante e squallida nello stesso tempo, metropoli che non dorme mai, dove il piacere sessuale è a portata di mano e dove un uomo single, per di più attraente, può veramente imperversare. Il regista è consapevole che una totale salvezza appare inverosimile per cui preferisce lasciare molto in sospeso, chiede allo spettatore tanta immaginazione e si concentra sul personaggio, sulla sua esistenza, sul suo sforzo di redenzione. Un tentativo per Brandon, di ricomposizione della sua vita, una speranza di poter recuperare il senso dei sentimenti che è la cosa di cui sembra avere più bisogno. “Non è un personaggio comune, ma straordinariamente riconoscibile e non è molto diverso dalla maggior parte di tutti noi”, sostiene il regista Steve McQueen.
Mentre, a proposito del regista, Fassbender dichiara: “Sa sempre quello che vuole, recitare con lui è insieme terrorizzante ed elettrizzante. Un po’ come cadere nel vuoto senza rete”.
La bravura di Michael Fassbender rende l’attore interessante e la sua carriera sicuramente promettente. Auguri!
di Pierluigi Capra