Come non ci si difende dai ricordi

Dicembre 16, 2005 in Libri da Redazione

Titolo: Come non ci si difende dai ricordi
Autore: Nico Naldini
Casa editrice: Cargo Editore
Prezzo: € 12,00
Pagine: 176

pasoliniLa fine tragica di Pasolini torna in modo intermittente nelle pagine di “Come non ci si difende dai ricordi”: non è il solo tema come forse potrebbe suggerire la copertina nera che al centro ne riporta, come una lapide, data e luogo di morte. Viene evocata prima attraverso i luoghi, Venezia e Roma, scelti dall’autore come fughe lontano da Roma che forse avrebbero potuto alleggerirne il peso, poi, a molte pagine di distanza, Naldini prende posizione sul movente dell’omicidio, volendone smentire con scettico distacco le ipotesi di una possibile pista politica. Scelta, quest’ultima, quanto mai controcorrente messa a confronto con i fatti recentissimi, come la discussa ritrattazione del presunto omicida. E’ una morte accanto ad altre morti: nell’ultimo capitolo quelle degli amici morti di Aids, come Rudolf Nureiev, conosciuto quasi in incognito in un bar equivoco di Milano, o come Pier Vittorio Tondelli incontrato sul bordo di una piscina di Rimini, oppure le morti violente di amici non illustri, una fucilazione durante la guerra o un massacro in un pied-a-terre segretissimo. Il libro di Naldini è un’autobiografia frammentaria da cui germinano in modo intermittente quadri di biografie altrui: quella di Giovanni Comisso (che recuperò lui e Pasolini in una caserma di Chioggia nel Capodanno del 1951) e quella di Goffredo Parise (autore di una guida turistica di Parigi ad personam). Tra i protagonisti emerge nitidamente un luogo, la campagna friulana di Casarsa e Versuta, scenario di una giovinezza, tra lunghi itinerari a piedi, incontri, occasioni di festa pur nell’incombere della guerra. Si tratta dello scenario di uno scandalo, che a volte appare cercato, che sempre incombe inevitabile, ma che, come nota Dacia Maraini, Nico Naldini riesce a raccontare con la delicatezza dolorosa e ironica che apparteneva al suo protagonista.

di Claudia Bussolino